L’inflazione riduce lo spreco di cibo a casa ma serve più attenzione

Da Unaitalia a Carni sostenibili i suggerimenti per i consumatori

FEB 4, 2023 -

Milano, 4 feb. (askanews) – L’inflazione ha contribuito a rendere gli italiani più sensibili al tema dello spreco alimentare. Secondo il report ‘Il caso Italia’ 2023 di Waste Watcher, a gennaio 2023 abbiamo buttato nella spazzatura il 12% di cibo in meno, un passo in avanti anche se ancora oggi si sprecano quotidianamente 75 grammi di cibo a testa per un totale di 524,1 g settimanali e 27,253 chili all’anno. Tra gli alimenti più spesso sprecati, svettano la frutta fresca (3,4 grammi al giorno) e il pane (2,3 g), insalata, verdure, aglio e cipolle. Soffermandoci sullo spreco fatto nelle nostre case, che vale complessivamente 6,48 miliardi di euro – escludendo quindi quanto avviene lungo la filiera dove nel 2022 sono andate sprecate oltre 4 milioni di tonnellate di cibo pari a circa 9,3 miliardi di euro – in occasione della Giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare sono molte le iniziative di sensibilizzazione, vademecum, realizzati soprattutto da associazioni di categoria per sensibilizzare i consumatori soprattutto in un’ottica preventiva. Unaitalia in collaborazione con l’Unione nazionale consumatori per esempio ha proposto 10 consigli pratici su come portare in tavola alimenti e piatti nutrienti e come conservarli riducendo gli sprechi. Si va dal preparare la lista per comprare solo il necessario, programmando il menu settimanale, al controllare sempre la data di scadenza sugli alimenti freschi (e non farsi ingannare dalle offerte); dal conciliare nutrizione e risparmio, rispettando ad esempio la stagionalità non solo per verdure e frutta ma anche per il pesce azzurro (che costa meno) ai tempi e modalità di congelamento. “Fondamentale, assieme alla programmazione – afferma Massimiliano Dona, presidente Unc – è il congelatore, il nostro migliore alleato antispreco, ma occorre stare attenti alle scadenze. E poi usare la creatività e ricette di recupero, come facevano i nostri nonni. Con la frutta e la verdura nella top 5 della piramide dello spreco, facciamo marmellate, minestroni e patatine da bucce di melanzane e patate. Per le carni bianche, le più amiche del portafoglio e tra l’altro ricche di proteine e aminoacidi, povere di grassi, scegliamo di acquistare il pollo intero o le parti meno usate: sono il collo e le ali, seguono sovracosce, frattaglie come fegatini e cuore e il petto di tacchino che in media costa meno di quello di pollo”. E la creatività può essere usata anche nelle ricette di riciclo, come quella di Takahiko Kondo, sous chef del ristorante Osteria Francescana, che nell’ambito del progetto Why Waste di Bottura, usa alette e gli avanzi di albume d’uovo e fecola di patate per un pollo fritto croccante. Restando sulle carni di pollame, come insegnano chef e osti, non si butta nulla. Molti tagli del pollo sono andati perduti insieme alle tradizioni contadine, ma come per il quinto quarto è possibile valorizzare le singole peculiarità: basti pensare alla cresta nel suo risone, creste di gallo e indivia, di Anthony Genovese (Pagliaccio, Roma) o alla zampa di gallina, maionese di moscioli, percebes, polvere di cavolo viola fermentato e caviale citrico di Moreno Cedroni (Madonnina del pescatore, Senigallia). Anche Carni Sostenibili, l’associazione che rappresenta le filiere della lavorazione e trasformazione delle carni (bovine, suine e avicole), ha lanciato il suo vademecum anti-spreco realizzato con la consulenza dello chef Antonello Colonna. “In Italia siamo dei cultori del cibo – spiega lo chef – viviamo di tradizioni e di abitudini, ma anche di cattive abitudini. Siamo infatti dei consumatori seriali. Soprattutto quello che manca è un’istruzione alimentare, siamo tanto informati, anche troppo, ma non siamo istruiti. Spesso compriamo i prodotti senza farci delle domande. Servirebbe una campagna più aggressiva che evidenzi le perdite e i rischi dello spreco alimentare e insegni ai consumatori l’importanza della prevenzione, del riutilizzo e del recupero”. Lo chef Colonna dà tre suggerimenti contro lo spreco alimentare: tenere sotto controllo gli acquisti, senza eccedere nelle quantità, al fine di scegliere solo ciò che è davvero necessario; andare al supermercato a “pancia piena” per evitare l’effetto compulsività e leggere bene le etichette, facendo attenzione agli ingredienti, data di scadenza e indicazioni per la conservazione. Ma se è vero che il consumatore italiano è ancora poco attento allo spreco, va ricordato che l’Italia è all’avanguardia in Europa nel contrasto allo spreco alimentare grazie alla legge Gadda del 2016 che prevede una serie di misure per ridurre la produzione di rifiuti ed estendere il ciclo di vita dei prodotti con finalità di riuso e riciclo, oltre ad incentivare la redistribuzione delle eccedenze alimentari. “Saper cucinare con creatività riutilizzando gli avanzi – sottolinea lo chef Colonna – è un’arte. Ma oggi si ha poco tempo e spesso poca voglia correndo il rischio di buttare cibo che avrebbe potuto avere una nuova vita. Per esempio, con la carne avanzata si possono realizzare tante idee gustose, dalle polpette alla carne in umido, rappresentando così le nostre abitudini alimentari. Bistecche, lombate o paillard, infatti, possono essere recuperate e trasformate con un taglio a punta di coltello in carne macinata per ottime polpette a cui aggiungere salsa di pomodoro o carne da spezzatino da fare in umido con i fagioli, tutti piatti gustosi, sani e veloci”.