Ryanair contro ecotasse Ue. O’Leary: pagano solo Paesi periferici

Il Manager a Roma vede vicepremier. Ita? "La vendano a Lufthansa"

GEN 12, 2023 -

Roma, 12 gen. (askanews) – Ryanair punta il dito contro le “ecotasse” europee, attuali e in discussione, che colpiscono il trasporto aereo passeggeri sulle tratte brevi: “E’ un modo di far pagare solo i Paesi periferici, come Italia, Portogallo e Spagna, mentre non pagano paesi come la Germania”, ha affermato l’amministratore delegato, Michael O’Leary, durante una conferenza stampa a Roma. I voli sulle lunghe tratte sono infatti esclusi, sebbene, secondo i dati di Eurocontrol citati dal vettore, i voli a lungo raggio, per quanto minoritari sul totale (sono il 6%) sono responsabili di circa il 50% di tutte le emissioni del trasporto aereo. In generale il manager ha affermato di non attendersi “grandi cambiamenti a lungo termine” sul trasporto aereo, “stiamo già investendo sulle nuove tecnologie disponibili e per i prossimi anni non ci sono vere alternative, come l’elettrico per l’auto”. “Per il momento i politici Ue tassano le tratte brevi ed è ingiusto, perché quelli più inquinanti sono i voli sulle lunghe tratte, che non vengono tassati”. Tuttavia “non penso che le tasse ambientali cambieranno le abitudini della gente, parliamo ormai di intere generazioni che sono cresciute con i voli a basso costo”, ha proseguito. Al momento sui voli nell’Ue le compagnie devono già pagare una tassa “Ets”. Ma in discussione vi è anche una direttiva di tassazione sul kerosene che secondo i dirigenti di Ryanair presenti alla conferenza stampa da qui a 10 anni potrebbe causare un raddoppio dei prezzi biglietti. E anche in questo caso, colpendo solo i voli a corto raggio nell’Ue, finirebbe innanzitutto per penalizzare i passeggeri dei paesi periferici, ad esempio creando questa extra tassa sulle tratte per raggiungere i grandi hub europei, in Germania, Francia o Gb da cui decollano molti dei voli a lungo raggio. Inoltre, secondo Ryanair questa tassazione “green” finirebbe anche per favorire il traffico verso mete turistiche non europee (come Marocco o Turchia), su cui la tassa non scatterebbe a discapito delle mete turistiche europee o italiane. O’Leary ha rilanciato gli appelli al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e al nuovo governo affinché venga tolta l’addizionale municipale sugli aeroporti. A Roma il manager è impegnato in incontri con i due vicepremier, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e dei Trasporti, Matteo Salvini: ha spiegato loro che se il governo togliesse l’addizionale Ryanair aumenterebbe di 48 aeromobili la sua flotta nella Penisola sui prossimi 5 anni e di 1.500 i posti di lavoro. “Ryanair potrebbe far salire traffico del 50% nei prossimi 5 anni”. La compagnia attualmente conta 95 velivoli nella Penisola e 3.000 occupati diretti, oltre a 40.000 nell’indotto, secondo i dati dello stesso vettore. All’esecutivo Ryanair chiede anche di riconsiderare le limitazioni sull’inquinamento acustico che fissano una soglia unica sul numero di voli sullo scalo romano di Ciampino (inclusi i voli merci e militari), che ritiene “completamente arbitrarie” e dannose per lo stesso hub. Infine, sulla vicenza Ita, O’Leary è stato drastico. “Quello che accadrà non lo so, non lo sa nessuno. So quello che andrebbe fatto: il 100% dovrebbe essere veduto a Lufthansa e a quel punto gli si dice che paghino loro per mandare avanti Ita. Lufthansa userà Ita per portare traffico verso la Germania e Francoforte e non aumenterà il traffico in Italia. L’Italia – ha sostenuto il manager – riceverà tutto il traffico che le serve da Ryanair”.