Patto stabilità, Ue propone piano riforma con nuovo indicatore spesa

Resta procedura deficit eccessivo, rafforzata per deviazioni debito

NOV 9, 2022 -

Roma, 9 nov. (askanews) – La Commissione europea ha presentato i suoi orientamenti per la riforma del Patto di stabilità e di crescita, con l’obiettivo di “rafforzare la sostenibilità dei debiti pubblici mediante un insieme di regole più semplici, più trasparenti ed efficaci. Con un comunicato, l’esecutivo comunitario spiega che la proposta si basa su un meccanismo di vigilanza europea sui rischi “trasparente, che differenzia i casi tra Paesi tenendo conto delle sfide sui rispettivi debiti pubblici”. Il meccanismo – che entrerebbe in vigore a partire dai Bilanci del 2024 – si basa su un nuovo “indicatore singolo operativo, sulla spesa netta primaria, ossia la spesa che è sotto il controllo diretto del governo, che servirà come base per stabilire il percorso di aggiustamento dei conti pubblici e – dice Bruxelles – effettuare la vigilanza annuale, in questo modo semplificando in maniera rilevante il sistema”. La nuova procedura proposta prevede che un percorso di riferimento per l’aggiustamento dei conti venga presentato dalla Commissione europea su un periodo di 4 anni per i singoli Paesi, sulla base delle sue analisi sulla sostenibilità. Punterà ad assicurare che gli indebitamenti vengano messi su una traiettoria discendente e che “i deficit restino credibilmente al di sotto della soglia del 3% del Pil fissata nel Trattato” di Maastricht. A quel punto i paesi membri sottoporranno all’esecutivo comunitario dei piani di medio termine sui conti pubblici in cui potranno anche “proporre un periodo di aggiustamento più lungo, fino a 3 anni in più, se il percorso sarà sostenuto da un insieme di riforme e investimenti che supportino la sostenibilità dei debiti, e rispondano agli obiettivi e alle priorità comuni europee”. La Commissione, a quel punto, valuterà i piani e fornirà un parere positivo se riscontrerà che il debito viene indirizzato su una traiettoria discendente “o se permane a livelli prudenti” e se il deficit di bilancio resterà “credibilmente al di sotto del 3% del Pil sul medio termine”. Successivamente il Consiglio Ue ratificherebbe i piani. Infine, la Commissione “monitorerà continuamente l’attuazione dei piani” mentre i paesi membri saranno tenuti a riportare i progressi ottenuti ogni anno sulla loro attuazione, per facilitare il monitoraggio e la trasparenza. Rispetto alla problematica regola del debito, esce l’obbligo di ridurre ogni anno il debito per un ventesimo l’anno sulla parte eccedente il 60% del Pil, ritenuto non praticabile. Resta invece la procedura per deficit eccessivo, che continuerà ad essere applicata in caso di disavanzi sopra il 3% e verrà rafforzata in caso di deviazione del percorso concordato sulla riduzione del debito, per i Paesi con livelli sopra il 60% del Pil. Infine la Commissione propone un generale rafforzamento dei meccanismi di controllo e sanzionatori, innanzitutto abbassando l’ammontare delle sanzioni, che secondo i propositi di Bruxelles le renderà “più efficaci”. Sono previste anche “sanzioni reputazionali più forti”. Mentre l’erogazione dei fondi strutturali e dei fondi sui piani di ripresa e resilienza verrà condizionata, e nel caso sospesa, se i paesi membri non assumeranno le iniziative necessarie per correggere i deficit eccessivi.