Stellantis: 2 mld da economia circolare in 2030, ipotesi partnership

Jones: "Dobbiamo aumentare la consapevolezza dei clienti"

OTT 11, 2022 -

Milano, 11 ott. (askanews) – Stellantis punta a generare 2 miliardi di euro di ricavi al 2030 dalla nuova business unit di Economia Circolare, funzionale al raggiungimento dell’obiettivo di gruppo di riduzione delle emissioni del 50% entro il 2030 e di diventare carbon neutral entro il 2038. Per raggiungere gli obiettivi, Stellantis non esclude acquisizioni o partnership. “Guardiamo sempre alla possibilità di collaborare con altri partner e alle opportunità che si presentano sul mercato, ma parallelamente intendiamo sviluppare le competenze al nostro interno, come stiamo facendo con il software”, ha detto Alison Jones, senior vice presidente della business uniti di Economia Circolare di Stellantis durante un incontro in streaming con la stampa. L’hub principale della nuova business unit sarà inaugurato nel 2023 nel comprensorio di Mirafiori a Torino ed entro il 2025 occuperà 550 dipendenti formati e selezionati fra l’attuale organico. L’Hub ospiterà attività di ricondizionamento e smontaggio dei veicoli e di rigenerazione dei compomenti. L’obiettivo è quello di espandere ulteriormente gli Hub a livello globale e la loro gamma di attività. Le ambizioni della business unit sono complementari alle attività di Aramis, società acquisita nel 2016 da Psa, leader europeo nella compravendita online di auto multimarca usate che disporrà, entro la fine dell’anno, di sette centri di ricondizionamento interni collocati in posizioni strategiche in Europa occidentale e centrale. L’obiettivo di gruppo, ha spiegato Jones è di “quadruplicare i ricavi derivanti dall’estensione della vita utile dei componenti e ad aumentare di 10 volte, rispetto al 2021, i ricavi ottenuti dal riciclo entro il 2030, grazie a un aumento delle parti di ricambio riciclate acquistabili dal 15% di oggi al 40% del totale”. A tendere Stellantis punta ad aumentare la quota di materiali riciclabili all’interno dei veicoli, oggi pari al 35%. Un esempio della strada da seguire è il concept di veicolo familiare multifunzione Citroen “Oli” che sviluppa i principi del design per l’economia circolare. L’obiettivo in questo caso è quello di ridurre i costi di gestione e manutenzione o Tco (total cost of ownership). “Il lavoro principale sarà quello di sensibilizzare i nostri clienti sul valore dell’economia circolare, bisogna aumentare la consapevolezza”. I costi dei componenti riparati e riciclati, secondo la Jones “sarà inferiore dal 10% al 30% rispetto ai componenti nuovi. Questo grazie a un risparmio del 50% di energia e dell’84% dei materiali necessari a produrli”. Il modello di business dell’economia circolare si fonda sulla strategia delle 4 R: Rigenerazione, Riparazione, Riutilizzo e Riciclo. Nella rigenerazione (reman) i componenti usati, usurati o difettosi vengono smontati, puliti e rigenerati: sono disponibili quasi 12.000 componenti per 40 linee di prodotti, incluse batterie per veicoli elettrici. Nella riparazione (repair): i componenti usurati vengono riparati e reinstallati nei veicoli. I centri di e-repair, localizzati in 21 sedi in tutto il mondo, lavorano sulle batterie dei veicoli elettrici. Nel riutilizzo (reuse), invece circa 4,5 milioni di componenti multimarca a stock sono recuperati da veicoli a fine ciclo vita e venduti in 155 Paesi attraverso la piattaforma di e-commerce B-Parts. Nel riciclo (recycle) infine, gli scarti di produzione e i veicoli a fine ciclo vita vengono reimmessi nel processo produttivo. Un milione di componenti sono stati riciclati dalla business unit in soli sei mesi. “Vogliamo creare un ecosistema efficiente e integrato per gestire la scarsità di materiali e allo stesso tempo, centrare l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di carbonio”, ha dichiarato Jones. Il piano della business unit di Economia Circolare prevede un aumento dei volumi e l’espansione in nuovi paesi. La sviluppo avverrà in base alle caratteristiche delle attività già presenti nelle aree geografiche e ai modelli di auto. “L’Europa può essere operativa su tutte e 4 le R, mentre il Nord America punterà in prima battuta su rigenerazione e riparazione, integrando l’attività con quella di Mopar (che produce componenti per Stellantis). In Medio Oriente, Africa e Cina partiamo da zero. Nel 2023 indicheremo dove apriremo le prossime sedi a livello globale”. Oltre agli hub per l’Economia Circolare, la business unit utilizzerà i “circuiti locali” per mantenere prodotti e materiali all’interno dei Paesi e accelerare il processo di consegna ai clienti. In Brasile, ad esempio, componenti chiave come i motorini di avviamento e gli alternatori dei veicoli a marchio Stellantis vengono rigenerati, distribuiti e venduti in 1.000 concessionarie locali. La business unit lancia anche la nuova identità SUSTAINera per i ricambi e gli accessori, a garanzia di un risparmio fino all’80% di materiali e fino al 50% di energia rispetto ai ricambi nuovi. “SUSTAINera concretizza la promessa di offrire ai clienti prodotti e servizi sostenibili, trasparenti ed economicamente accessibili per tutti i brand di veicoli. Ciò avviene senza compromettere la qualità e, allo stesso tempo, preservando l’ambiente grazie alla diminuzione dei rifiuti e all’utilizzo ridotto delle risorse del pianeta,” ha concluso Alison Jones.