Tlc, Fuggetta: mondo è cambiato, operatori non siano più integrati

Ad Cefriel: con il digitale si trasportano bit, rete serve a tutti

SET 23, 2022 -

Milano, 23 set. (askanews) – Di rete digitale in Italia “se ne parla da vent’anni, ma continuiamo a essere indietro perché qui da noi si fa fatica a capire che il mondo delle telecomunicazioni è cambiato: oggi non ha più senso che gli operatori siano verticalmente integrati”. Alfonso Fuggetta, docente del Politecnico di Milano e amministratore delegato di Cefriel, osserva il dibattito sulle infrastrutture tecnologiche fin dall’inizio: “E’ una questione enorme – dice ad askanews – sulla quale incide anche un fattore storico, legato alle vicende dell’ex monopolista Telecom Italia che negli anni è stata appesantita da un grande debito”, spiega. Al di là dell’incumbent, nota Fuggetta, “si fa fatica a capire come è cambiato il mondo delle tlc. Se nel mondo analogico l’operatore stendeva il filo in rame e consegnava ai clienti un prodotto verticalmente integrato, nell’era digitale la rete trasporta bit che devono poter essere utilizzati per centinaia di applicazioni differenti. Non ha più senso che gli operatori siano verticalmente integrati; questo avrà un impatto sul mercato e sulle regole del suo funzionamento”. In Italia, aggiunge, “diventa difficile trovare un nuovo assetto stabile, ragionevole ed efficiente. Serve risolvere la questione di Telecom Italia, per poi ripensare l’intero settore delle Tlc”, spiega il numero uno di Cefriel. In uno scenario di medio termine Fuggetta vede tre tipologie di attori: gestori di rete capaci di sostenere investimenti decennali con un ritorno prolungato nel tempo; operatori tradizionali che venderanno connettività al pubblico retail; infine over the top (Ott) che svilupperanno le applicazioni digitali. “E non si tratta solo di Google – sottolinea Fuggetta – parliamo anche di Netflix così come ad esempio di tutte le app per l’home banking o viaggi e turismo”. Sul numero degli gestori di rete che dovrebbero essere presenti in Italia, pochi dubbi: “Le reti – chiosa Fuggetta – sono complicatissime e molto sofisticate. Sono destinate a essere poche perché sono quasi un monopolio naturale: una o due al massimo. Gli operatori retail, invece possono essere molti di più”.