Ue approva aiuti di Stato a grande progetto su idrogeno europeo

Per 5,2 mld, in 13 paesi, tra cui l'Italia con quattro progetti

SET 21, 2022 -

Energia Bruxelles, 21 set. (askanews) – La Commissione europea ha approvato oggi a Bruxelles, conformemente alle disposizioni delle norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato, un secondo “importante progetto di comune interesse europeo” (“Ipcei”) per sostenere la ricerca e l’innovazione, la prima applicazione industriale e la costruzione delle relative infrastrutture nella catena del valore dell’idrogeno. Il progetto, denominato “IPCEI Hy2Use”, è stato elaborato e notificato congiuntamente da tredici Stati membri, tra cui l’Italia, che partecipa con quattro progetti di applicazioni nell’industria: NextChem, RINA-CSM, SardHy Green Hydrogen e SOuth Italy Green Hydrogen. Gli altri paesi sono Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Svezia. Gli Stati membri erogheranno fino a 5,2 miliardi di Euro di finanziamenti pubblici, che dovrebbero sbloccare ulteriori 7 miliardi di Euro di investimenti privati. Nell’ambito di questo Ipcei, 29 imprese operanti in uno o più Stati membri, comprese diverse Pmi e start-up, parteciperanno a 35 progetti in totale. Il progetto “IPCEI Hy2Use”, spiega la Commissione in una nota, “coprirà una parte cospicua della catena del valore dell’idrogeno sovvenzionando: 1) la costruzione di infrastrutture connesse all’idrogeno, in particolare elettrolizzatori e infrastrutture di trasporto su larga scala, per la produzione, lo stoccaggio e il trasporto di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio; 2) lo sviluppo di tecnologie innovative e più sostenibili per l’integrazione dell’idrogeno nei processi industriali di molteplici settori, in particolare quelli che sono più difficili da decarbonizzare, come il settore dell’acciaio, del cemento e del vetro”. Si prevede che l’Ipcei promuoverà la fornitura di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio, riducendo in tal modo la dipendenza dall’approvvigionamento di gas naturale. Nel prossimo futuro saranno attuati diversi progetti, che renderanno operativi diversi elettrolizzatori su larga scala entro il 2024-2026 e a diffondere molte delle tecnologie innovative entro il 2026-2027. Il completamento dell’intero progetto è previsto per il 2036, con tempistiche variabili in funzione del progetto e delle imprese coinvolte. La Commissione ha approvato il progetto dopo aver constatato che “contribuisce a un obiettivo comune sostenendo una catena del valore strategica fondamentale per il futuro dell’Europa, nonché gli obiettivi delle principali iniziative politiche dell’Ue come il Green Deal europeo, la strategia dell’Ue per l’idrogeno e il piano ‘REPowerEU'”. Inoltre, “tutti i 35 progetti che fanno parte degli Ipcei sono molto ambiziosi, in quanto mirano a sviluppare tecnologie e infrastrutture che vanno al di là di quanto attualmente offerto dal mercato e consentiranno notevoli miglioramenti in termini di prestazioni, sicurezza, impatto ambientale e efficienza in termini di costi”. I progetti Ipcei, rileva ancora la Commissione “comportano anche notevoli rischi tecnologici e finanziari. Pertanto, il sostegno pubblico è necessario per incentivare le imprese a realizzare gli investimenti. L’aiuto alle singole imprese è limitato a quanto necessario, è proporzionato e non falsa indebitamente la concorrenza”. Nello specifico, la Commissione ha accertato che il totale degli importi massimi previsti degli aiuti “è in linea con i costi ammissibili dei progetti e con i loro deficit di finanziamento. Inoltre, se i grandi progetti coperti dagli Ipcei si riveleranno molto efficaci e genereranno entrate nette supplementari, le imprese restituiranno parte dell’aiuto ricevuto al rispettivo Stato membro (meccanismo di recupero)”. Le imprese partecipanti che beneficiano del sostegno pubblico “condivideranno i risultati del progetto su larga scala con la comunità scientifica e l’industria europee e non solo con le imprese e i paesi che partecipano agli Ipcei. Di conseguenza, vi saranno ricadute positive in tutta l’Europa”, conclude la Commissione.