Piemonte, in 6 mesi esportazioni +18%, sotto media nazionale

UnionCamere: "Quarta in Italia ma incidenza inferiore al 2021"

SET 21, 2022 -

Piemonte Torino, 21 set. (askanews) – Ancora in crescita le esportazioni piemontesi nei primi sei mesi del 2022. Si registra il +18% rispetto al primo semestre 2021. Il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato a 28,4 miliardi di euro. Parallelamente le importazioni hanno mostrato una dinamica ancor più vivace (+ 31,8%) attestandosi a 22,6 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale, pari a 5,8 miliardi di euro, si è comunque mantenuto su livelli positivi. Lo rende noto UnionCamere Piemonte. A livello nazionale, lo sviluppo evidenziato sul fronte del commercio estero dal Piemonte è risultato meno intenso rispetto a quanto avvenuto a livello complessivo nazionale (+22,5%). Nel periodo considerato l’intensità della crescita delle esportazioni della Piemonte è risultata inferiore rispetto a quanto evidenziato da Lombardia (+22,1%), Emilia Romagna (+19,7%) e Veneto (+19,3%). Tra le principali regioni esportatrici solo la Toscana (+9,9%) ha segnato una dinamica meno intensa. Tuttavia il Piemonte si è confermata quarta regione esportatrice, con una quota del 9,3% delle esportazioni complessive nazionali (incidenza inferiore rispetto a quella del 9,6% del primo semestre 2021, ma analoga rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2020). “Sono positive le performance di tutte le province e di tutti i principali settori economici. Ma non ci possiamo accontentare di questi risultati, soprattutto in vista dell’inverno alle porte e dell’aumento delle bollette di luce e gas, oltre che al rincaro dei costi per le materie prime e per i trasporti”, ha commentato Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte. “L’aumento dei costi dell’energia – ha proseguito – sta portando gravi conseguenze soprattutto a quelle aziende che, per loro natura, sono fortemente energivore: compito delle istituzioni, a più livelli, è intervenire con urgenza su questo tema, evitando il rischio di blocco delle produzioni”.