Milano: dal primo ottobre stop per 1,3 milioni auto in Area B

La Russa (Aci Milano): a rischio diritto a mobilità di migliaia di persone

SET 16, 2022 -

Mobilità Roma, 16 set. (askanews) – Sono quasi 1,3 milioni le auto in Lombardia che non potranno più accedere e circolare nell’Area B di Milano dal prossimo primo ottobre con l’entrata in vigore dei divieti per benzina euro 2 e diesel euro 4 e 5. In base a dati Aci, si tratta di 235.251 benzina euro 2, 449.192 gasolio euro 4 e 592.691 euro 5. Le auto benzina euro 2 e le diesel euro 4 con fap poco “efficaci” (emissione superiori a 0,0045 g/km) non potranno più circolare neanche in Regione da ottobre a marzo nei 209 comuni di fascia 1 e in quelli con più di 30mila abitanti in fascia 2 (low emission zones). Nella sola Milano le auto messe al bando sono 107.100 (27.898 benzina euro 2, 30.806 gasolio euro 4, 48.396 gasolio euro 5). Considerando la provincia il numero sale a 314.053 (67.524 benzina euro 2, 99.787 gasolio euro 4, 146.742 euro 5). “Sono numeri che ci preoccupano profondamente”, commenta il presidente di Aci Milano, Geronimo La Russa. “Migliaia di persone vedono messo a rischio il proprio diritto alla mobilità in un periodo già particolarmente difficile dal punto di vista dei bilanci familiari. Tanto più che le limitazioni riguardano anche vetture acquistate con sacrifici pochi anni fa e che, sinceramente, non sono poi così impattanti sull’ambiente”. Il blocco alla circolazione in l’Area B di Milano vale da lunedì a venerdì dalle 7.30 alle 19.30, festivi esclusi e bisogna fare attenzione perché gli errori costano cari: le multe vanno da 163 a 658 euro e alla seconda infrazione può scattare il ritiro della patente fino a un mese. Per i residenti a Milano c’è un bonus di 50 ingressi per il primo anno: per avere un conteggio aggiornato e ufficiale bisogna iscriversi al portale dell’Area B. Il rischio è di penalizzare chi la macchina la usa per lavoro e non ha le risorse per acquistarne una nuova, oppure usata con omologazione più recente, considerando però che i prezzi dell’usato sono aumentati di oltre il 20% nell’ultimo anno. E infatti il tema è entrato anche in campagna elettorale, con il leader dalle Lega Matteo Salvini che ha definito l’Area B una misura “razzista”. “Polemiche sterili”, ha risposto il sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha confermato l’entrata in vigore dei nuovi divieti. Che ci sia un tema di risorse lo conferma anche il presidente di Asconauto, l’Associazione dei concessionari Roberto Scarabel: “molti clienti non hanno le risorse per affrontare la transizione. Senza contare che oggi le auto costano di più, soprattutto quelle elettrificate, gli sconti sono stati quasi del tutto aboliti per mancanza di prodotto e non ci sono più i km zero che potevano ridurre il costo del 15-20%”. Va detto, continua Scarabel, che, in vista dei nuovi divieti, “la domanda per auto nuove in Lombardia è in crescita, il traffico di clienti nei saloni è aumentato. Il problema è che non so se si riuscirà a soddisfare la richiesta, considerando che i tempi di attesa possono arrivare a 250/300 giorni”. Per affrontare la mancanza di prodotto altro ostacolo che complica il rinnovo del parco circolante, il Comune di Milano ha concesso una deroga che permette di utilizzare la propria auto fino al settembre del prossimo se si presenta un documento di acquisto entro il 19 settembre. Sempre il Comune di Milano ha messo in campo degli incentivi per l’acquisto di auto nuove. Ma non la Regione, con il risultato che i residenti dei Comuni nell’hinterland non avranno nulla. Gli incentivi per gli abitanti di Milano sono generosi soprattutto per le fasce più deboli (12.480 euro con reddito Isee inferiore a 12mila euro per l’elettrico), ma con una dotazione di 3 milioni, sufficiente per poche migliaia di auto. Con due aggravanti: sono retroattivi, cioè possono essere richiesti anche da chi ha cambiato auto a inizio anno, e sono a esaurimento fondi, quindi non è scontato ottenerli. “Chi resterà escluso avrà la priorità l’anno prossimo, se gli incentivi saranno rinnovati”, spiega l’assessore alla Mobilità di Milano, Arianna Censi, che esclude la possibilità di poter integrare il plafond da 3 milioni a causa di “un bilancio già tirato” per far fronte all’aumento dei costi dell’energia per il trasporto pubblico e per il riscaldamento delle scuole. “Ritengo sufficienti le risorse, i fondi stanziati gli anni scorsi per l’acquisto di auto elettriche non sono stati esauriti”, ribatte. Il paragone però non regge perché nel 2020 non c’era la scadenza di Area B e molti milanesi erano alle prese con la crisi generata dalla pandemia e non pensavano a sostituire l’auto. Nessun dubbio invece sulla necessità di avviare l’Area B: “l’entrata in vigore è già stata posticipata di due anni per il Covid. E’ vero richiede un grosso cambiamento culturale, bisogna abituarsi, ma non torniamo indietro. L’obiettivo per Milano è di arrivare a 40 auto ogni 100 abitanti, oggi siamo poco sotto 50, eravamo a oltre 60”. Ci sono poi anche gli incentivi statali che sono cumulabili, ma che non sono più disponibili per la fascia 61-135 g/km, cioè le auto termiche tradizionali, meno costose di quelle elettrificate. Non valgono gli incentivi per le auto diesel euro 5. Recentemente il Ministro Giancarlo Giorgetti ha deciso una rimodulazione, aumentando del 50% le risorse per elettriche e ibride per chi ha un reddito inferiore a 30mila euro. Per una bev il contributo in caso di rottamazione sale così a 7.500 euro, con un tetto di spesa di 35mila euro Iva esclusa. Esistono soluzioni alternative alla sostituzione dell’auto. Ad esempio c’è la scatola nera Move In di Regione Lombardia, che consente di percorrere un certo numero di km in base alla categoria dell’auto. Ad esempio con un diesel euro 4 si possono fare 10mila km l’anno in Regione (ma il divieto di circolazione vale tutto l’anno, non solo da ottobre a marzo) e 1.800 in Area B, poi l’auto non si può più utilizzare fino al rinnovo del bonus. Secondo la Regione la richiesta è elevata: dal primo settembre le adesioni sono state oltre 5mila, mentre sono 15mila le scatole nere già attivate per i diesel Euro 3. “Abbiamo chiesto e auspichiamo una maggiore diffusione del servizio Move In, magari con un aumentato di chilometraggio”, afferma La Russa.