Mps: ok soci (Mef) ad aumento. Lovaglio: ora si corre, via a ottobre

L'AD: concentrati su intera sottoscrizione, bene interesse Anima e Axa

SET 15, 2022 -

Mps Siena, 15 set. (askanews) – Via libera, come da attese, dagli azionisti di Mps al maxi-aumento di capitale da 2,5 miliardi, nel corso dell’assemblea, tornata in presenza dopo oltre due anni. L’operazione “costituisce un passaggio fondamentale per il ritorno a una crescita sostenibile, architrave su cui poggia il piano 2022-2026 della banca”, ha spiegato la presidente Patrizia Grieco. “E’ l’inizio ufficiale della partita, adesso si corre, in ottobre partiremo”, ha sottolineato l’AD Luigi Lovaglio, che intende chiudere l’operazione con l’intera sottoscrizione. “Fin dal primo giorno il cda compatto ha detto che siamo concentrati sui 2,5 miliardi da portare a casa in un’unica soluzione”, ha assicurato. Presente al momento del voto, nella sede di viale Mazzini a Siena, il 65,22% del capitale. Ha votato a favore dell’aumento il 99,63% dei presenti. L’esito era scontato, considerato che il Tesoro detiene il 64,23% dell’istituto senese. Approvato anche il raggruppamento delle azioni nel rapporto di 1 nuova azione ogni 100. Scarsa la presenza dei piccoli soci (se si esclude il Mef, era presente in proprio o per delega meno dell’1% del capitale), pochi gli interventi. Quattro ore scarse di lavori. Un segno forse di disaffezione del territorio alle sorti dell’istituto, alle prese con il settimo aumento di capitale dal 2008, con oltre 20 miliardi di valore “bruciato” negli anni, e con lo Stato, oggi, unico vero grande azionista. I 2,5 miliardi, ha spiegato Lovaglio, “sono necessari per garantire una adeguata patrimonializzazione e rispettare i requisiti delle autorità, che vogliamo rispettare non solo domani ma in un’ottica prospettiva”, e sono fondamentali per attuare entro fine novembre il piano di esodi incentivati. “Piano che vogliamo fare entro il 30 novembre, quindi l’aumento è funzionale a questo obiettivo, da qui l’urgenza”. “Più di un terzo delle risorse sarà riservato all’implemementazione delle uscite volontarie – ha detto -. Abbiamo riscontrato notevole supporto dai sindacati e tutti assieme abbiamo messo in piedi l’iniziativa che prevede che noi dobbiamo finanziare questo esodo, che riguarda più di 3mila risorse, a fronte di una legge che scade a novembre, quindi i tempi sono necessariamente brucianti”. Gli occhi ora sono tutti puntati sul buon esito dell’aumento, un’operazione iperdiluitiva sul capitale della banca: l’azionista pubblico garantirà i propri 1,6 miliardi, ma occorre trovare sul mercato i 900 milioni mancanti. Sempre più probabile il sostegno degli anchor investor Anima e Axa. “Guardiamo con interesse le opzioni di ingresso di investitori istituzionali, inclusi tutti, e dico tutti, i nostri partner industriali in una logica di dare una certa stabilità all’azionariato”, ha risposto Lovaglio, riferendosi alle indiscrezioni relative al sostegno di Anima e Axa. “L’ingresso di questi soggetti nell’ambito dell’aumento potrà avvenire alle medesime condizioni previste per gli altri investitori”, ha sottolineato. “E una revisione eventuale degli accordi coi nostri partner strategici, che oggi sono tre – Anima, Axa e Compass – non potrà che avvenire nelle usuali logiche sottese a tali accordi, perseguendo l’interesse della banca”. Lovaglio ha voluto assicurare i soci sulla bontà del piano 2022-26 per il rilancio della banca. “Capisco che ci possa essere molto scetticismo sul piano, perchè non è facile dare fiducia, ma abbiamo voluto dimostrare che siamo seri e che vogliamo fare le cose per bene. Abbiamo già realizzato importati passi nella sua implementazione: l’accordo sulle uscite è un elemento fondamentale – ha spiegato -, abbiamo deliberato le fusioni delle società in un’unica istituzione, abbiamo già venduto 900 milioni di crediti deteriorati e abbiamo attivato la nuova organizzazione commerciale”. Il focus resta sul piano, ha garantito anche la presidente Grieco. “Noi siamo molto focalizzati sulla sua implementazione e non su altre ipotesi”, ha risposto a chi chiedeva conto di piani per la cessione della banca.