Lotta alla Xylella fastidiosa: individuati 18 olivi resistenti

Salov partner del progetto di ricerca Ue Life resilience

SET 15, 2022 -

Agricoltura Milano, 15 set. (askanews) – Il batterio killer della Xylella fastidiosa potrebbe incontrare la resistenza di alcuni olivi, esattamente 18 genotipi, in grado di contrastare il suo attacco. E questo grazie a un progetto di ricerca europeo, Life resilience, nato proprio con l’obiettivo di contrastare la Xylella fastidiosa promuovendo un modello di produzione agricola sostenibile, riducendo l’impronta di carbonio e mitigando il cambiamento climatico attraverso la tecnologia. Al progetto ha preso parte anche la società agricola italiana Villa Filippo Berio, di proprietà di Salov che dal 2015 fa parte del gruppo cinese Bright food. Ma cosa è prima di tutto la Xylella fastidiosa? E’ un batterio parassita che può attaccare vari tipi di piante tra cui la vite, il pesco, il mandorlo, gli agrumi, l’oleandro e l’olivo, provocandone in molti casi la morte: una malattia che rappresenta un grave problema ecologico ed economico, in quanto la rapida perdita di esemplari danneggia in modo significativo gli ecosistemi e l’economia rurale dei Paesi della regione mediterranea. Solo in Puglia la Xylella fastidiosa ha causato oltre 1,6 miliardi di euro di danni in 6 anni. Di fronte a questa situazione, diverse organizzazioni di Italia, Spagna e Portogallo, tra cui appunto Salov, hanno partecipato nel 2018 al progetto Resilience cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Life. Al fine di migliorare la sostenibilità delle pratiche agricole, il progetto si è concentrato anche sull’ottimizzazione del sistema di approvvigionamento e utilizzo della risorsa idrica e sulla riduzione dell’impronta di carbonio. Sono serviti quattro anni di lavoro per individuare i 18 genotipi di olivi potenzialmente resistenti alla Xylella fastidiosa e l’individuazione di buone pratiche che hanno permesso una consistente riduzione di emissioni di CO2 e dell’impronta idrica. I 18 genotipi individuati si caratterizzano per le ottime proprietà agronomiche – precocità di entrata in produzione, vigoria vegetativa e produttività – oltre a ottimi profili in acidi grassi degli oli. A livello pratico sono emerse informazioni utili per ottimizzare il monitoraggio e controllo della Sputacchina, principale insetto vettore del batterio Xylella Fastidiosa ottenendo una maggiore conoscenza del sistema “insetto” all’interno degli uliveti. Un aspetto interessante del progetto è quello di aver considerato l’uliveto nel suo complesso piuttosto che la singola pianta di olivo. In quest’ottica, grazie all’introduzione della flora ausiliaria, delle cassette nido e alla corretta gestione del controllo dei parassiti, si è ottenuto un aumento della biodiversità in tutte le aree dell’ambiente agrario. Inoltre, è stato possibile applicare un’agricoltura di precisione grazie all’utilizzo dei dati provenienti dai satelliti e dai droni che hanno aiutato a capire come rendere maggiormente sostenibile l’attività all’interno dell’uliveto. Infine, grazie all’implementazione delle pratiche sostenibili di Life Resilience si è contribuito alla riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e fertilizzanti, nonché a una diminuzione dell’uso di acqua e combustibili fossili, riducendo le emissioni di CO2 di 18.665 tonnellate e l’impronta idrica di 389.375 metri cubi nei 250 ettari di aziende dimostrative dove il progetto è stato implementato (Villa Filippo Berio, El Valenciano, Herdade do Charqueirao). Salov, nei quattro anni del progetto, ha messo a disposizione il terreno di Villa Filippo Berio per studiare l’implementazione di pratiche sostenibili, il controllo degli insetti vettori, l’aumento della biodiversità e la salute del suolo. Alcuni dei genotipi potenzialmente resistenti alla Xylella fastidiosa sono piantati negli appezzamenti sperimentali di Villa Filippo Berio e continueranno ad essere monitorati anche ora che il progetto è concluso, per definire la resistenza al batterio e le caratteristiche agronomiche delle future nuove varietà di olivo. “I risultati ottenuti da questo progetto sono molto interessanti e ci hanno confermato, ancora una volta, l’importanza della ricerca – commenta Fabio Maccari, amministratore delegato di Salov – Consapevoli delle dinamiche e delle esigenze del settore in cui operiamo, oggi più che mai, come Salov, sentiamo la responsabilità di dover contribuire a migliorare l’intero sistema per una produzione olivicola di qualità. In un momento in cui le sfide poste dal cambiamento climatico sono sempre più urgenti, siamo orgogliosi che i nostri terreni possano contribuire ad individuare possibili soluzioni per un’agricoltura più sostenibile e resiliente”.