Gas, Ue: sanzioni non bloccano turbina Siemens, ricatto Russia

Portavoce accusa: "Scuse pretestuose" Mosca su riduzione flussi

AGO 5, 2022 -

Energia Roma, 5 ago. (askanews) – La Commissione europea ha ribadito che le sanzioni contro la Russia non coinvolgono infrastrutture o sistemi per il trasporto del gas naturale e che le argomentazioni di Mosca, che imputa un calo delle forniture all’Ue alla mancanza di una turbina del gruppo Siemens, che era stata bloccata a lungo in Canada, sono “scuse pretestuose” per usare il gas come sistema di “ricatto” sui paesi europei. “Dal nostro punto di vista non ci sta nulla nelle sanzioni che impedisca alla turbina di Siemens di andare lì (in Russia)”, ha affermato il portavoce capo della Commissione, Eric Mamer. “Qualunque cosa venga accampata” da Mosca in tal senso, a motivare la limitazione dei flussi di gas “è semplicemente falsa. Una scusa dei russi – ha detto ancora il portavoce – per non fornire gas all’Ue. La presidente della Commissione” Ursula von der Leyen “ha detto più volte che ovviamente ci sta un ricatto da parte russa sul gas, questo è solo un pretesto”. La turbina in questione è rimasta molte settimane ferma in Canada, dove era stata inviata per manutenzione, dopo le sanzioni che Usa, Gb, Ue e Canada hanno imposto sulla Russia a seguito del conflitto con l’Ucraina. La Russia ha sostenuto che senza quel componente i flussi tramite il gasdotto rimanente erano compromessi. Successivamente il Canada ha sbloccato la turbina. “Le sanzioni Ue – ha ribadito un’altra portavoce della Commissione, Arianna Podesta – non coinvolgono infrastrutture e tecnologie legate al trasporto del gas”.