Unicredit: trimestre batte le attese, rivista al rialzo guidance 2022

Orcel: esposizione Russia sotto controllo, non è più una preoccupazione

LUG 27, 2022 -

UniCredit Milano, 27 lug. (askanews) – Unicredit batte le stime degli analisti, chiudendo il secondo trimestre dell’anno con un utile netto di 2,01 miliardi, quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2021, e portando il risultato semestrale – compresa la Russia – a 2,28 miliardi, con oltre la metà dei profitti generati in Italia. Alla luce dei risultati migliori delle attese, di un contesto favorevole dei tassi d’interesse e di costo del rischio inferiore, la banca ha migliorato la guidance 2022: i ricavi sono ora previsti sopra i 16,7 miliardi e l’utile netto a circa 4 miliardi (esclusa la Russia). Gli obiettivi del piano 2024 di generazione organica di capitale media di 150 punti base annui, ricavi netti incrementali di circa 1,1 miliardi e RoTE del 10% sono confermati, anche nello scenario macro di rallentamento. Confermato anche l’obiettivo di restituire agli azionisti almeno 16 miliardi entro fine piano. Escludendo l’impatto della Russia, nel secondo trimestre l’utile è stato pari a 1,5 miliardi, con una generazione organica di capitale di 67 punti base che ha portato a un Cet1 ratio del 15,73%, mentre i ricavi sono saliti a 4,4 miliardi, in rialzo del 12,5% su anno. “UniCredit ha continuato a ottenere ottimi risultati nel secondo trimestre, conseguendo la migliore performance per il primo semestre degli ultimi 10 anni, spinta da redditività in crescita, solida generazione organica di capitale e riduzione della base costi nonostante l’impatto dell’inflazione”, ha sottolineato il Ceo Andrea Orcel. “L’economia globale si trova di fronte a sfide senza precedenti e di grande incertezza. UniCredit poggia su fondamenta solide, che ci collocano in buona posizione per attraversare qualunque congiuntura macroeconomica ci attenda”. A fine giugno, l’esposizione del gruppo Unicredit verso la Russia – verso cui nel primo trimestre sono state contabilizzate prudenzialmente rettifiche su crediti per 1,3 miliardi – è stata complessivamente ridotta di circa 2,7 miliardi. “La nostra esposizione è sotto controllo e la Russia non è più una preoccupazione per i risultati del gruppo”, ha dichiarato Orcel alla domanda se l’uscita dal mercato russo sia una opzione ancora sul tavolo. “Il nostro business in Russia è funzionale e dal punto di vista economico, finanziario e di capitale l’impatto della Russia sui conti non è più una preoccupazione per noi. Siamo impegnati a ridurre gradualmente la nostra esposizione: l’abbiamo ridotta di 2,7 miliardi e continueremo a farlo in modo ordinato e razionale. Non abbiamo cambiato la nostra posizione in proposito”. Anche sull’M&A, ha spiegato Orcel, “la nostra posizione non è cambiata, è sempre la stessa: deve essere un acceleratore delle nostre performance e a oggi non abbiamo trovato delle opportunità in grado di esserlo”. Sul fronte della bancassurance, UniCredit ha ceduto a CNP Assurances la propria partecipazione del 49% in CNP Vita Assicura (già Aviva) per 500 milioni e ha incrementato la propria quota in CNP UniCredit Vita, dal 38,8% al 45,3%, per 70 milioni. Si stima che le operazioni avranno un impatto positivo di circa 10 punti base sul capitale e circa 200 milioni sull’utile netto sulla base dei dati al primo semestre. La decisione è in linea con il piano strategico volto a semplificare l’assetto delle attività di bancassicurazione e ad aumentare la flessibilità strategica: dalla fine del 2024 entrambe le parti disporranno di margini di flessibilità strategica in relazione alle rispettive partecipazioni. Infine, Unicredit ha presentato richiesta alla Bce di autorizzazione della seconda tranche del programma di buyback 2021 per un miliardo e ha convocato a riguardo l’assemblea dei soci per il 14 settembre.