“Gas e petrolio sotto assedio”. L’ultimo discorso del capo dell’Opec

Barkindo ha rilanciato previsioni che stridono con transizione green

LUG 6, 2022 -

Petrolio Roma, 6 lug. (askanews) – “Il nostro settore deve fronteggiare gravi sfide su più fronti, che minacciano le nostre capacità di investimento oggi e sul lungo termine. Per dirla senza mezzi termini: gas e petrolio sono sotto assedio”. Sono le parole utilizzate dal presidente dell’Opec, il nigeriano Mohammad Sanusi Barkindo poche ore prima della sua improvvisa scomparsa, nel suo intervento in apertura della 21esima conferenza su petrolio e gas di Abuja, in Nigeria. Barkindo era uno dei componenti più rispettati del cartello petrolifero e la sua improvvisa dipartita avviene a circa un mese dal termine del suo mandato, che stava per passare al kuwaitiano Haitham Al-Ghais. Nel suo ultimo discorso, l’esponente nigeriano ha soprattutto squadernato dati e previsioni che sembrano stridere con i propositi di “decarbonizzazione” dell’economia di Usa e Unione Europea, con politiche di “transizione” che secondo alcuni osservatori hanno contribuito alle nuove impennate dei prezzi. Secondo Barkindo “sviluppi geopolitici nell’Europa dell’est, guerra in Ucraina, Covid e pressioni inflazionistiche nel mondo hanno creato una tempesta perfetta che sta provocando una volatilità rilevante e incertezza sui mercati delle materie prime e, fatto più rilevante, nel mondo dell’energia”. Ha puntato il dito contro quei “paesi industrializzati e quelle istituzioni multilaterali che continuano a perseguire politiche stringenti volte ad accelerare la transizione energetica e ad alterare in maniera fondamentale i mix di produzione di energia”. “Non dobbiamo dimenticarci che il settore continua a risentire delle enormi perdite sugli investimenti degli ultimi anni”, ha detto. Prima aveva subito un colpo nel crollo dei mercati del 2015 e 2016. Poi una ulteriore batosta con il crollo dei consumi causato da lockdown e misure restrittive imposte da vri governi a motivo del Covid. Ma questo non ha fatto venire meno le necessità di investimenti per la produzione futura. Barkindo ha citato l’ultimo rapporto annuale della stessa Opec, secondo cui l’industria globale del petrolio avrà bisogno di 11.800 miliardi di dollari di investimenti da qui al 2045 per tenere il passo della domanda. Ed è proprio sulla domanda di petrolio e gas che le previsioni di dell’Opec fanno a pugni con i propositi di transizione e di energie rinnovabili di Ue e Us. “Le nostre previsioni dicono che il petrolio resterà la prima fonte del mix energetico, contando per oltre il 28% nel 2045, seguito dal gas al 24% circa. In altri termini – ha detto – petrolio e gas messi insieme continueranno ad assicurare più della metà del fabbisogno di energia del mondo per molti decenni”.