Europarlamento approva riforma mercato emissioni CO2

Con 439 voti contro 157, compromesso fra gruppi maggiori e Verdi

GIU 22, 2022 -

Clima Bruxelles, 22 giu. (askanews) – Con una fortissima maggioranza di 439 voti a favore, 157 contrari e 32 astensioni, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato, questo pomeriggio a Bruxelles, la sua risoluzione sulla proposta della Commissione europea per la riforma del mercato dei permessi di emissione di CO2 (Ets – “Emission Trade System”). Europarlamento approva riforma mercato emissioni CO2 Si tratta di un testo legislativo cruciale per ricalibrare il mercato Ets sul nuovo obiettivo della riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni (invece che del 40% previsto precedentemente), e per adattarlo al nuovo “meccanismo di adattamento del carbonio alle frontiere” (Cbam). Il Cbam, chiamato impropriamente “carbon tax alle frontiere”, è il sistema di dazi climatici che si applicherà, con introduzione graduale a partire dal 2026, ad alcune merci importate da paesi che non hanno regimi simili all’Ets per la riduzione delle emissioni. Il voto di oggi pone rimedio alla spaccatura fra i gruppi maggiori dell’Aula che aveva portato a una clamorosa bocciatura della stessa risoluzione durante l’ultima plenaria di Strasburgo, l’8 giugno scorso. Mentre il Ppe e i liberali di Renew avevano votato a favore, Socialisti, Verdi e Sinistra avevano votato contro, come l’estrema destra sovranista (Id) a la destra conservatrice (Ecr). Il “casus belli” della spaccatura nella “maggioranza Ursula” (la stessa che ha eletto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen) era stato il tentativo, riuscito, del Ppe di far passare alcuni emendamenti per ritardare di fino al 2034 la fine del sistema delle quote di emissioni gratuite per l’Ets che vengono concesse oggi alle industrie a più alto consumo energetico, e che verranno eliminate con l’entrata in vigore dei dazi climatici del Cbam. Sinistre e Verdi avevano allora deciso di votare il testo complessivo, insieme alle destre. Il testo della risoluzione bocciato era stato quindi rinviato alla commissione europarlamentare competente, la commissione Ambiente, per cercare di trovare un nuovo compromesso sostenuto da una maggioranza stabile, ciò che è stato fatto la settimana scorsa. Il compromesso, che consiste in diversi emendamenti appoggiati dai tre maggiori gruppi e dai Verdi, prevede che le quote gratuite per l’industria siano eliminate fra il 2027 e il 2032, due anni prima di quanto chiedeva il Ppe e tre anni prima di quanto prevede la proposta originaria della Commissione. Il Ppe, tuttavia, ha ottenuto negli emendamenti di compromesso che il ritmo della riduzione delle quote gratuite sia più lento all’inizio e più accelerato gli ultimi anni (nel 2027 le quote gratuite saranno il 93% rispetto all’anno precedente, nel 2028 il l’84%, nel 2029 il 69%, nel 2030 il 50%, nel 2031 il 25%, per raggiungere lo 0% nel 2032). Un’altra concessione ai Popolari prevista dal compromesso è che sia introdotta la possibilità di una deroga a favore delle produzioni industriali destinate all’esportazione fuori dall’Ue, e esposte quindi alla concorrenza di produttori non sottoposti a regimi di riduzione della CO2 simili all’Ets. La deroga dovrebbe essere proposta dalla Commissione europea, dopo aver accertato che sia compatibile con le regole del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio. Più in generale, la risoluzione approvata prevede che i permessi di emissione di CO2 (“carbon credits”) immessi sul mercato vengano ridotti del 4,4% dal 2024, del 4,5% dal 2026 e del 4,6% dal 2029. In questo modo, la riduzione totale delle emissioni che sarà a carico del sistema Ets entro il 2030 viene portata al 63%, due punti in più rispetto al 61% previsto nella proposta della Commissione. Oltre alla risoluzione sulla riforma dell’Ets, sono state votate oggi altre due posizioni del Parlamento europeo su normative collegate, che erano state rinviate anch’esse in commissione Ambiente dopo il voto in plenaria dell’8 giugno. Si tratta del nuovo Fondo sociale per il clima (che sarà finanziato con una parte dei proventi dell’Ets) e dello stesso dispositivo per i dazi climatici (il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere – Cbam). La risoluzione sul Fondo sociale per il clima è stata approvata con 479 voti a favore, 103 contrari e 48 astensioni, mentre quella sul Cbam ha avuto 450 voti favorevoli contro 115, e 55 astensioni. Tutte e tre le risoluzioni approvate dalla plenaria costituiscono ora il mandato del Parlamento europeo per i negoziati a tre con il Consiglio Ue e con la Commissione per arrivare all’adozione dei testi legislativi finali.