Bce, Panetta: “L’euro digitale preserva la sovranità europea”

Rischio da pagamenti big tech e valute digitali altre Banche centrali

GIU 15, 2022 -

Bce Roma, 15 giu. (askanews) – Il progetto di euro digitale serve anche a preservare la sovranità europea. Lo ha ribadito Fabio Panetta, componente del Comitato esecutivo della Bce durante una audizione al Parlamento europeo. Oltre ai vari motivi per cui potrebbe essere opportuno procedere su questa strada, “bisogna anche considerare l’eventualità che soluzioni di pagamento digitali non europee e tecnologie gestite da operatori esteri possano assumere un ruolo dominante nel nostro mercato dei pagamenti – ha detto – al pari di quanto già avviene in alcuni segmenti come le carte e i pagamenti online”. Questo rischio “sarebbe esacerbato dalla diffusione dei mezzi di pagamento offerti dalle big tech, che potrebbero trarre vantaggio dal grandissimo numero di clienti di cui dispongono. Tutto ciò porrebbe interrogativi sulla nostra autonomia e sulla nostra privacy nel campo dei pagamenti. Potrebbe persino compromettere la sovranità europea”, ha avvertito Panetta. “Inoltre, occorre tenere conto del panorama monetario internazionale, in cui le banche centrali delle grandi economie potrebbero emettere valute digitali (Cbdc). Tali Cbcd offrirebbero benefici in termini di scalabilità dell’efficienza, liquidità e sicurezza, favorendone l’attrattiva a livello internazionale. Avrebbero inoltre il potenziale di facilitare i pagamenti transfrontalieri, accrescendone il ruolo quale unità di pagamento globale. In tale contesto, non emettere un euro digitale potrebbe minare il ruolo internazionale dell’euro e creare rischi aggiuntivi per la nostra sovranità”, ha proseguito. “Non è questo uno scenario imminente, ma potrebbe materializzarsi in futuro se non iniziamo ad agire subito. In assenza di una nostra iniziativa, si assisterà anche a una crescente confusione in materia di moneta digitale. Si pensi alle cripto-attività. Le cripto-attività non garantite, ad esempio, non possono svolgere le funzioni della moneta. Non sono né stabili né scalabili. Le transazioni sono lente e costose. E in alcune forme costituiscono un pericolo per l’ambiente e per altri obiettivi della società europea. Le stablecoin, d’altro canto, sono esposte al rischio di ‘corse ai riscatti’, come si è visto di recente con le stablecoin algoritmiche. In tale contesto, è essenziale che vengano colmate le eventuali lacune normative ancora esistenti nell’ecosistema delle cripto-attività. Conto sul lavoro di questo Parlamento – ha chiesto il banchiere centrale – affinché emerga un quadro normativo ambizioso dai negoziati in corso riguardo al regolamento dell’Ue sui mercati delle cripto-attività”. “Per evitare confusione riguardo a cosa è (o cosa non è) una moneta digitale, occorre che la banca centrale ne emetta una propria, rispondendo alla domanda di digitalizzazione – ha concluso – e fornendo un’àncora di stabilità al mondo della finanza digitale”.