Le cucine Bertazzoni un affare di famiglia. La Borsa? “No, grazie”

In 2021 fatturato +51%, avvio 2022 in crescita ma incertezza su fine anno

GIU 9, 2022 -

Design Milano, 9 giu. (askanews) – Il senso della famiglia, di questa famiglia che da 140 anni guida un’azienda dalla forte vocazione internazionale, è nel piatto di ravioli – ricetta della nonna – che Valentina Bertazzoni tiene in caldo da portare in ufficio a suo fratello, Nicola, impegnato all’ora di pranzo in una riunione con dei clienti esteri. “E’ una questione culturale” taglia corto Paolo Bertazzoni, papà di Valentina e Nicola e ceo dell’azienda che dal 1882 a Guastalla, nel cuore della Bassa reggiana, produce elettrodomestici di alta gamma, coltivando, in famiglia, la passione per il cibo e la propensione per l’innovazione. “Non pensiamo di avere ricette per gli altri – dice Paolo Bertazzoni ad askanews – l’approccio nostro è di terzietà della famiglia rispetto all’azienda ma la presenza della famiglia è costante per quanto riguarda esempi di guida, ispirazione e abnegazione”. E questa è la rotta che l’azienda continuerà a seguire anche in futuro: “In questo momento non stiamo guardando alle opportunità” della Borsa o all’ingresso di nuovi soci, precisa il ceo mentre l’azienda nel 2021 ha registrato una forte crescita del fatturato, dopo gli 84 milioni di euro messi a segno l’anno prima. “Ci sono due ruoli chiari – argomenta – che coincidono come nel mio caso ma hanno due significati diversi che richiedono entrambi un impegno giornaliero. Il tema è trasmettere questo tipo di cultura e far crescere l’azienda dal punto di vista manageriale. Il fatto di essere contemporaneamente manager e socio impone una bella dose di umiltà. Questo, se vogliamo, è il nostro segreto”. Bertazzoni è l’azienda di elettrodomestici di alta gamma a conduzione familiare più antica al mondo. Agli inizi furono le bilance di precisione per i caseifici emiliano-romagnoli, poi, le stufe a legna che riscaldavano i treni in arrivo dalla Germania ispirarono la costruzione delle prime cucine economiche a legna. Di lì l’inizio di un percorso che nel 2021 li ha portati a risultati insperati: “E’ stato un anno eccellente per un doppio effetto: da un lato il rimbalzo dalla crisi pandemica di cui ha beneficiato tutto il settore della casa perché le persone, rimaste in casa, hanno pensato a come vivere meglio l’ambiente domestico con investimenti importanti finanziati con la liquidità che c’era in giro. E poi dall’altro l’effetto degli investimenti fatti lo scorso anno e previsti dal piano industriale. Questo doppio effetto ci ha portato a un risultato in crescita del 51% che non avremmo creduto prima. Eravamo stati inizialmente molto prudenti perché dovevamo vedere come si risolvevano i problemi di logistica e di disponibilità dei componenti che la nostra squadra è riuscita a risolvere”. Bertazzoni festeggia questi traguardi con una doppia presenza alla Milano design week, al Fuorisalone presso lo showroom Binova e al Salone del Mobile dove è presente a Eurocucina. Le aspettative per questa fiera, che torna dopo due anni di stop imposto dalla pandemia, sono molte: “Ci aspettiamo una buona affluenza – dice Paolo Bertazzoni – non incredibilmente alta come l’ultima edizione in cui c’era stato un boom incredibile. Ma quello che conta, oltre ai visitatori, sono il rapporto coi clienti e la propria rete da cui abbiamo tantissime adesioni. Sarà un Salone importante dal punto di vista del business e noi ci aspettiamo buoni risultati”. Del resto anche il 2022 per Bertazzoni è iniziato nel segno della crescita, sebbene ora la situazione internazionale getti un’ombra di incertezza sulla seconda parte dell’anno: “La proiezione del primo semestre prevede un’ulteriore crescita del 30% a livello globale sempre per effetto degli investimenti fatti sui prodotti. Questa crescita è dovuta a un effetto inerzia: il nostro tipo di prodotto va su progetti come la ristrutturazione della casa che partono molto tempo prima. Quello che era per strada, quindi, non lo perdiamo – spiega – ma siamo molto più preoccupati per la seconda parte dell’anno perché questo effetto inerzia tenderà a scendere e inizieremo a sentire il morso dell’inflazione. Non credo che riusciremo a confermare questo 30% perché c’è un grande clima di incertezza. Il risultato è comunque superiore a quello messo a budget e comunque è su una crescita molto molto forte nel 2021”. A pesare non è tanto la perdita di un mercato come quello russo che “per noi è un mercato comunque molto piccolo, dove stavamo iniziando a investire insieme ai nostri importatori ma abbiamo dovuto fermare tutto”; quanto i rincari delle materie prime e i problemi logistici: “Abbiamo lavorazioni che assorbono molta energia i cui costi sono schizzati molto in alto; per quanto riguarda materie prime e i componenti le troviamo ma abbiamo difficoltà nei tempi di consegna e nei prezzi schizzati: l’acciaio è raddoppiato, alcune materie prime triplicate, i componenti, che sono una grossa parte del costo del nostro prodotto, sono colpiti dal caro energia. E poi c’è un’altra difficoltà: i nostri prodotti hanno una grossa componente elettronica e anche lì si lavora alla giornata per via della crisi dei microchip che per noi è un problema molto grosso”. Infine la logistica: “Capita che prenoti container, posti sulle navi per la consegna via mare e poi all’ultimo te li vedi rifiutare per settimane. Il fenomeno particolare è che prima c’erano navi che facevano destinazioni point to point invece ora fanno fermate intermedie per essere riempite al massimo ma in questo modo slittano i tempi”. E’ chiaro che la logistica è un nodo centrale per una azienda che esporta il 90% della propria produzione, con avamposti importanti come quello in Nord America: “I mercati più dinamici sono quelli dove c’è ovviamente la libertà: il Nord America è un mercato dove noi abbiamo un grandissimo successo, abbiamo una gamma dedicata con misure in pollici e lì il nostro brand è apprezzatissimo, poi abbiamo mercati molto dinamici in Europa: l’Inghilterra che è crescita moltissimo, l’Italia e l’anno scorso abbiamo avuto risultati molto importanti in tutto il sud est asiatico mentre la Cina, in partenza, non era significativa. Ma quest’anno la filiale operativa da fine anno scorso sta facendo risultati molto superiori alle previsioni”. In questo contesto di crescita, a cui “il mercato italiano ha contribuito con un +29% nel 2021”, non c’è però spazio per la borsa. Almeno per ora: “Se c’è l’orizzonte è molto lontano – dichiara il ceo – in questo momento non stiamo guardando a questa opportunità. Abbiamo i mezzi finanziari per sostenere la nostra crescita anche perchè la famiglia è una cosa e l’azienda è un’altra. Noi abbiamo sempre investito nell’azienda più che nella famiglia. C’è un concetto che mi ha trasmesso mio padre: azienda ricca, famiglia povera. La famiglia chiaramente deve stare bene, ma l’obiettivo non sono i dividendi”.