Giovedì 26 maggio 2022 - 10:36
Innovazione, Ambrosetti: Italia quintultima, solo 1,5% Pil in ricerca
Germania investe quattro volte in più, note positive dall'accademia

Per valutare le performance dei Paesi e predire la crescita e lo sviluppo economico di un Paese, l’AII considera anche gli investimenti in ricerca e sviluppo. Su questo la Germania è avanti in Europa con 105,9 miliardi di euro investiti in R&S, più di quattro volte gli investimenti dell’Italia (25,4 miliardi di euro). Considerando il contesto mondiale e rapportando gli investimenti in R&S al Pil, l’Italia non rientra nella top 15 mondiale: è sotto la media UE27 (2,2%) con l’1,5% del Pil destinato alla ricerca.
Note positive dalla ricerca accademica: l’Italia si conferma eccellenza con 1.594 citazioni ogni 100 ricercatori. Ma persistono le difficoltà nel trasferimento tecnologico: l’Italia è 19esima per registrazioni di brevetti e va male anche per quanto riguarda il tasso di mobilità netta degli studenti, rispetto al quale si posiziona come ultimo Paese con un saldo netto positivo tra studenti in entrata e studenti in uscita.
“Dal rapporto – ha detto Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House – Ambrosetti – emerge un’Italia con alcuni importanti punti di forza, come la bioeconomia e la capacità dei nostri ricercatori di produrre eccellenza scientifica, ma allo stesso tempo frenata e con grandi opportunità da cogliere per quanto riguarda la capacità di costruire un solido ecosistema dell’innovazione, condizione essenziale per accelerare il cammino verso lo sviluppo sostenibile e la Super Smart Society”, ha concluso.
