Vino, Mediobanca: bollicine trainano, per 2022 stimata crescita 4,8%

Report: e 5,6% export. Dopo "crisi" 2020, in 2021 +14,2% fatturato

MAG 24, 2022 -

Vino Milano, 24 mag. (askanews) – Nonostante la generale incertezza che si respira in questi primi mesi, per il 2022 i principali produttori di vino italiani prevedono una crescita del 4,8%, che potrebbe arrivare al 5,6% per l’export. A spingere le vendite, è soprattutto il riconfermato successo delle bollicine (+5,7% i ricavi complessivi, +7,5% l’export,) mentre per i vini fermi l’aspettativa è un po’ più contenuta (+4,6%, +5,3% l’export). Il 91,7% dei principali produttori di vino prevede un incremento dei ricavi, a due cifre nel 23,3% dei casi ma la quota cala all’87% se si guarda all’export. Le aziende più fiduciose sono quelle che puntano alla vendita diretta e ai mercati europei, mentre più scettici sul futuro sono gli operatori esposti sul canale off trade (GDO e Retail), per il rischio inflazione. E’ quanto emerge dall’Indagine sul settore vinicolo nazionale realizzata dall’Area Studi di Mediobanca, che ha analizzato le 251 principali società di capitali italiane con fatturato 2020 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati pari a 9,3 miliardi di euro, l’85,3% del fatturato nazionale del settore. Dopo un 2020 caratterizzato da una significativa contrazione delle vendite (principalmente per la chiusura del canale Ho.Re.Ca), il 2021 per queste società si è chiuso con un aumento del fatturato del 14,2% (+14,8% il mercato interno, +13,6% l’estero). L’Ebit è passato dal 5,4% del 2020 al 6%, e il risultato netto dal 4,2% al 4,3% del fatturato. I vini frizzanti (+21%) hanno accelerato più di quelli fermi (+12,4%), mentre le cooperative (che avevano sopportato meglio le conseguenze della pandemia) hanno contenuto la crescita al +9,2% contro il 19,6% di Spa e Srl. Il 41,2 dell’export è nei Paesi europei, seguito dal 34,1% nel Nord America (34,1%); crescita importante (+22,8%) per l’America centro-meridionale. Il 2021 ha preservato il canale della grande distribuzione che, stabile al 35,6% del mercato, è cresciuto a valore del 13,5% e ha decretato la ripresa dell’Ho.Re.Ca. (+28,1%), che passa dal 15,6% al 15,9%. Nel suo report, l’Area Studi di Mediobanca segnala due trend in consolidamento: la “premiumizzazione” dei consumi e la maggiore attenzione alla sostenibilità, salubrità e rispetto per l’ambiente. Nel 2021 la ripartenza del fuori casa ha trainato le vendite dei vini posizionati su fasce di prezzo più alte a discapito di quelli più accessibili14: balzo in avanti del +33,2% per i vini Icon (con una quota passata dall’1,8% del 2020 al 2,1% nel 2021), e aumenti a doppia cifra anche per tutti i segmenti della fascia Premium (Premium +14,5%, Super Premium +24,5%, Ultra Premium +32,7%). Crescita più contenuta invece per i vini Basic (+8,7%) che tuttavia concorrono alla formazione di poco più della metà del fatturato complessivo (market share del 52%, era il 53,7% nel 2020). Nella crescente attenzione per la sostenibilità, si inserisce l’interesse per i vini biologici che, sebbene rappresentino ancora una nicchia (3,3% delle vendite complessive nel 2021), sono cresciuti del +11% rispetto all’anno precedente. In aumento anche i vini vegani (+24,8%), che esprimono il 2,2% del fatturato, i naturali (+6,9%) e i biodinamici (+2,4%) la cui presenza sul mercato è ancora marginale.