Nucleare, Ue: Italia in infrazione, depositi scorie non a norma

Commissione invia messa in mora anche su protezione radiologica

MAG 19, 2022 -

Ue Bruxelles, 19 mag. (askanews) – La Commissione europea ha inviato oggi all’Italia un “parare motivato”, secondo stadio della procedura d’infrazione comunitaria, per aver adottato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi “non del tutto conforme” alla Direttiva Ue sul combustibile nucleare esaurito e sulle scorie radioattive (Direttiva 2011/70/Euratom). Le scorie radioattive, ricorda una nota dell’Esecutivo Ue, sono generate dalla produzione di elettricità nelle centrali nucleari, ma anche dall’utilizzo non correlato all’energia di materiali radioattivi per uso medico, per scopi di ricerca, e a fini industriali o agricoli. Questo significa che tutto gli Stati membri generano rifiuti radioattivi. La Direttiva del 2011 stabilisce un quadro per una gestione responsabile e sicura da parte degli Stati membri del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, per garantire un elevato livello di sicurezza ed evitare di imporre alla società oneri che peserebbero sulle generazioni future. Questo quadro, spiega la nota, in particolare, richiede agli Stati membri di elaborare e attuare programmi nazionali per la gestione di tutto il combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi generati sul proprio territorio, dalla generazione allo smaltimento. I programmi nazionali notificati a Bruxelles dall’Itamia e da altri quattro paesi membri (Croazia, Estonia, Portogallo e Slovenia) “sono risultati non conformi ad alcuni requisiti della direttiva”, afferma la Commissione. Gli Stati membri interessati hanno ora due mesi di tempo per affrontare le carenze individuate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, l’Esecutivo comunitario può decidere di adire la Corte europea di giustizia. La Commissione ha inviato oggi, sempre all’Italia, anche una lettera di messa in mora per non aver ancora dato esecuzione a una sentenza della Corte europea di Giustizia del gennaio 2021, in cui si constatava la mancata trasposizione di un’altra direttiva (2013/59/Euratom) relativa alle norme di sicurezza di base sulla protezione dalle radiazioni ionizzanti. La Direttiva, che mirava a modernizzare e consolidare la legislazione sulla radioprotezione, stabiliva norme di sicurezza di base per proteggere la popolazione, i lavoratori e i pazienti dai pericoli derivanti dall’esposizione a radiazioni, e includeva anche un rafforzamento delle disposizioni in materia di preparazione e risposta alle emergenze dopo l’incidente nucleare di Fukushima. Gli Stati membri erano obbligatori a recepire questa direttiva entro il 6 febbraio 2018, ma l’Italia non ha rispettato la scadenza. Nell’aprile 2021 la Commissione aveva chiesto all’Italia di spiegare quali misure avesse preso per conformarsi alla sentenza della Corte Ue. Avendo giudicato insoddisfacente la riposta ottenuta, l’Esecutivo comunitario oggi ha messo in mora l’Italia, dandole altri due mesi per prendere le misure adeguate. Se questo non avverrà, la Commissione potrà adire una seconda volta la Corte di Giustizia, chiedendole di comminare delle sanzioni pecuniarie all’Italia.