Martedì 17 maggio 2022 - 12:09
Ad aprile il carrello spesa segna +5,7% ma nel complesso l’inflazione rallenta
L'Istat rivede al ribasso le stime: +6% su base annua e -0,1% su base mensile

Ad aprile si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento del 6% su base annua (dal +6,5% del mese precedente).
La stima preliminare era di +6,2%.
La stima definitiva di aprile, sottolinea l’Istituto di statistica, accentua il rallentamento dell’inflazione registrato dai dati preliminari. Questa dinamica è imputabile per lo più all’inclusione del bonus energia (elettricità e gas) nel calcolo degli indici dei prezzi al consumo, resa possibile dalla disponibilità di stime sulla platea dei beneficiari (estesa dal primo aprile fino a comprendere circa 5 milioni di famiglie, 3 per il bonus elettricità e 2 per il bonus gas, con valenza retroattiva dal primo gennaio 2022).
Le tensioni inflazionistiche continuano tuttavia a diffondersi ad altri comparti merceologici, quali i beni durevoli e non durevoli, i servizi relativi ai trasporti e gli Alimentari lavorati, con la crescita dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa che si porta a +5,7%.
Il rallentamento dell’inflazione su base tendenziale, sottolinea l’Istat, si deve prevalentemente ai prezzi degli energetici (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +39,5%) ed è imputabile sia alla componente regolamentata (da +94,6% a +64,3%) che a quella non regolamentata (da +36,4% a +29,8%). Decelerano anche i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,4%).
Accelerano invece i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +5,1%), quelli dei beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5%), quelli dei beni durevoli (da +1,6% a +2,2%) e dei beni non durevoli (da +1,3% a +1,9%).
Pertanto, l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,9% a +2,4% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,5% a +2,9%. Su base annua rallentano i prezzi dei beni (da +9,8% a +8,7%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +1,8% a +2,1%). Si riduce quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8 punti percentuali di marzo a -6,6).
Il lieve calo congiunturale dell’indice generale è dovuto ai prezzi degli energetici regolamentanti (-12,5%) e, in misura minore, di quelli non regolamentati (-3,9%), la cui diminuzione è in parte compensata dalla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,8%), degli alimentari lavorati (+1,6%), degli alimentari non lavorati (+0,8%) e dei beni non durevoli (+0,6%). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,2% per l’indice generale e a +2% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento su base mensile dello 0,4% e del 6,3% su base annua (da +6,8% nel mese precedente). La stima preliminare era +6,6%.
L’aumento congiunturale dell’Ipca, a differenza del lieve calo registrato dal Nic, è spiegato dalla fine dei saldi stagionali prolungatisi in parte anche a marzo e di cui il Nic non tiene conto. I prezzi di abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +5,5%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento del 5,8% su base annua.
vis/sam
