Pomodoro da industria, nessun accordo in bacino Centro-Sud

Anicav: proposto aumento superiore a Nord, richieste ingiustificate

MAG 10, 2022 -

Agroalimentare Roma, 10 mag. (askanews) – Nessun accordo per la campagna di trasformazione del pomodoro nel Bacino Centro Sud. Dopo la definizione dell’accordo di campagna nel bacino del Nord con il riconoscimento di un aumento del prezzo di riferimento che non ha precedenti nella storia della contrattazione del pomodoro da industria, è andato vano l’ulteriore tentativo di chiusura di un accordo al Centro Sud. La parte industriale, spiega Anicav in una nota, si è vista rifiutare una proposta d’incremento di prezzo superiore a quello riconosciuto al Nord anche in considerazione delle migliori rese produttive. Un incremento che deve – spiega l’associaione – tenere conto della migliore situazione idrica che vive il Centro Sud in questa stagione rispetto al bacino settentrionale, dove si registra un importante problema di siccità, e degli aumenti già riconosciuti negli anni passati rispetto a situazioni di carattere straordinario e che sono stati mantenuti. Inoltre la parte industriale ha proposto “un ulteriore importante incremento di prezzo per le consegne effettuate a partire da metà settembre”. “La nostra proposta – spiega il presidente dell’Anicav, Marco Serafini – tiene conto delle difficoltà del mondo agricolo ma abbiamo dovuto prendere atto, con grande rammarico, di una incomprensibile rigidità della nostra controparte nonostante il prezzo continuerebbe ad essere quello più alto pagato al mondo”. “Le richieste di parte agricola – continua Giovanni De Angelis, direttore di Anicav – non trovano alcuna giustificazione nei reali incrementi dei costi di produzione. Non si comprende come sia possibile che i produttori al nord riescano a far fonte ai rincari con gli aumenti riconosciuti e, allo stesso tempo, trovare un tale ostruzionismo al Sud considerando che i rincari sui costi sono esattamente gli stessi”. “Si rende necessario implementare, in tempi brevi, un’attenta analisi dei costi di produzione agricola nei due bacini produttiviper evitare qualsiasi tipo di speculazione – conclude Serafini – Ci auguriamo che la parte agricola riveda la propria posizione onde consentire una immediata ripresa del dialogo nell’interesse dell’intera filiera”.