Fmi: sanzioni rischiano di favorire sistemi di pagamento paralleli

Georgieva: alcuni Paesi potrebbero crearli per mettersi al riparo

MAG 10, 2022 -

Fmi Roma, 10 mag. (askanews) – Le sanzioni imposte da Usa e Ue contro la Russia, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, rischiano di spingere vari paesi a creare “sistemi di pagamento paralleli”, sganciati dai circuiti internazionali attuali, per mettersi al riparo dall’esser colpiti, a loro volta, da eventuali restrizioni. Lo ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva intervenendo ad una conferenza sul sistema monetario internazionale, organizzata dalla Banca nazionale svizzera. “L’invasione della Russia in Ucraina ha causato non solo terribili sofferenze umane, ma anche uno shock economico globale e un forte aumento del rischio di una nuova guerra fredda – ha detto -. Alcuni paesi potrebbero considerare lo sviluppo di sistemi di pagamento paralleli e sganciati, per mitigare il rischio di potenziali sanzioni economiche. Questi blocchi di pagamenti peggiorerebbero soltanto l’impatto di blocchi economici più ampi, creando nuovi inefficienze e imponendo nuovo i costi”. Più in generale, secondo Georgieva bisognerebbe utilizzare “piattaforme digitali pubbliche” allo scopo di “modernizzare” i sistemi di pagamento tra paesi e ridurre i rischi di frammentazione. Il sistema di pagamento internazionale, che consente di cambiare le valute e trasferire flussi di capitale tra Paesi “sta fronteggiando sfide impegnative”. La direttrice del Fmi ha citato il caso delle rimesse degli immigrati (i fondi che inviano alle famiglie di origine), con transazioni “il cui costo in media è del 6,3%, che significa e 45 miliardi l’anno che finiscono nelle mani di intermediari invece che ai loro beneficiari ultimi, tra cui milioni di famiglie a basso reddito”. Un altro rischio di frammentazione sui pagamento deriva da competizione tra tecnologie, standard e forze geopolitiche. “Vediamo grandi promesse nelle infrastrutture pubbliche, piattaforme digitali pubbliche per connettere e regolare i sistemi di pagamento, rendendoli molto più efficienti, sicuri e più inclusivi. Alcuni progetti pilota hanno mostrato come potrebbe funzionare. Ad esempio la mia banca a Washington potrebbe scambiare 10 dollari per un token digitale, che verrebbe poi trasferito tramite una piattaforma a un provider di pagamenti svizzero che accredita il portafoglio un mio amico a Zurigo. Questo – ha detto Georgieva – è come inviare 10 dollari per posta, ma in maniera velocissima, in piena sicurezza e a costi minimi”. Queste nuove piattaforme potrebbero essere una fonte di innovazione “posto che consentano di connettere vari tipi di moneta. Questo include depositi ma anche, potenzialmente valute digitali delle banche centrali, e anche alcuni accordi di stablecoin, sé – ha puntualizzato Gerogieva – ben disegnati e regolati”. Le nuove piattaforme devono essere compatibili con gli obiettivi di policy dei paesi, specialmente quando si tratta di flussi di capitali. “Per esempio una nuova ricerca del Fmi che viene pubblicata oggi, mostra che i cripto asset potrebbero essere utilizzati per aggirare le misure di gestione dei flussi di capitali, minando la stabilità interna dell’economia e del sistema finanziario globale. Questo è il motivo – ha detto – per cui chiediamo una regolamentazione globale comprensiva e coordinata in questo settore. Ci servono anche tecnologie migliori, per identificare automaticamente i rischi e le irregolarità sui flussi di capitali”. “Possiamo o arrenderci alle tendenze che renderanno il mondo più povero e meno stabile. Oppure lavorare anche più duramente – ha concluso – per cercare strade per prevenire la frammentazione del sistema monetario internazionale”.