Federbio a Ceo Syngenta: non si può rinunciare al biologico

Risposta a intervista con provocazione su crisi alimentare globale

MAG 10, 2022 -

Biologico Roma, 10 mag. (askanews) – Non si può rinunciare al biologico, anzi è proprio questo il momento in cui occorre investire con maggior decisione sulla transizione agroecologica. All’evento “È l’ora dell’agricoltura bio, una risorsa strategica per uscire dalla crisi” che si è tenuto oggi a Roma, FederBio risponde alla provocazione del Ceo del colosso agrochimico Syngenta che, in una recente intervista, ha affermato che di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale è necessario rinunciare all’agricoltura biologica. “Al convegno di oggi, organizzato con le altre associazioni del biologico per fare il punto dopo l’approvazione della legge su come è meglio utilizzare i fondi stanziati per lo sviluppo dell’agricoltura bio, si è parlato del ruolo fondamentale dell’agroecologia contro la crisi alimentare. Rispondendo anche alla recente intervista del CEO del polo agroindustriale Syngenta, ricordo che l’emergenza di cibo globale – ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio – non deve farci cadere nella tentazione di scegliere come soluzione l’incremento dell’uso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi chimica, che non garantiscono certo rese colturali migliori, anzi nel tempo favoriscono fenomeni di desertificazione del suolo mettendo a rischio la produzione di cibo per le generazioni future”. Il bio, ricorda Mammuccini, contribuisce a incrementare il sequestro annuo di Carbonio Organico (CO) in maniera nettamente superiore anche rispetto ai terreni non coltivati: è stato dimostrato che nei terreni coltivati in modo biologico l’accumulo annuo di CO nel suolo è pari a 3,5 tonnellate per ettaro, negli altri a 1,98 t/h. Inoltre il biologico, valorizzando i circuiti locali di produzione e consumo e tutelando la biodiversità, può essere una delle opportunità per garantire un reddito soddisfacente e un futuro per gli agricoltori. Infine, per quanto riguarda le rese, “è scientificamente provato che nel medio e lungo periodo le rese colturali dell’agricoltura biologica, sono del tutto simili se non addirittura superiori a quelle dell’agricoltura convenzionale che utilizza enormi quantitativi di sostanze chimiche di sintesi e acqua compromettendo la fertilità dei terreni e mettendo a rischio la produzione di cibo per le generazioni future. Infine è chiaro che oggi uno dei problemi fondamentali è l’equa distribuzione del cibo visto che l’eccesso di produzione serve solo ad abbassare il prezzo agli agricoltori e il 30% del cibo finisce nei rifiuti invece che per risolvere il problema della fame”, conclude la presidente di Federbio.