Erg, Merli: tassa extraprofitti incostituzionale, punisce rinnovabili

Il manager minaccia ricorso in intervista a Repubblica

MAG 7, 2022 -

Energia Roma, 7 mag. (askanews) – “La cosiddetta tassa sugli extraprofitti non solo è sbagliata, ma è incostituzionale. Penalizza il settore delle rinnovabili, fondamentale per la decarbonizzazione, solo per raccogliere fondi per mance elettorali volute dai partiti”. Così Paolo Merli, amministratore delegato di Erg, che in una intervista a La Repubblica minaccia ricorso contro il provvedimento. “Come Gruppo Erg, principale operatore del settore eolico in Italia, siamo frustrati. A fine febbraio, assieme a tutti gli associati di Elettricità Futura, avevamo dato disponibilità al governo ad accelerare gli investimenti per installare 60 gigawatt di rinnovabili nei prossimi anni a fronte di una semplificazione delle procedure autorizzative”. Invece ora su questa misura “la modalità scelta è priva di senso. Prendiamo il caso di una azienda energetica che abbia fatto operazioni straordinarie, magari vendendo degli impianti: viene penalizzata per quanto ha incassato ora senza tenere conto di quanto aveva speso magari 2 o 3 anni prima? – rileva Merli – Da un governo di tecnici mi aspetterei interventi tecnicamente inattaccabili mentre questa norma si presta a svariati profili di incostituzionalità, tra cui, a parte essere discriminatoria verso un solo settore, per come pensata non tiene conto della reale capacità contributiva dei soggetti colpiti”. “Aggiunga che queste risorse sono tolte alle società che più di tutte sono chiamate ad investire nei prossimi anni nella transizione energetica creando posti di lavoro. So che è impopolare ma fa rabbia vedere che queste risorse vengono distribuite a pioggia e non reinvestite per creare un ciclo economico più robusto”. Il manager ammette che data la crisi “c’è bisogno di una tantum, noi ci siamo se è equa – dice -. Servono però interventi strutturali: i prezzi dell’energia resteranno elevati 4 o 5 anni, perché le quotazioni sconteranno il rischio geopolitico. Non sarebbe meglio accelerare i progetti delle rinnovabili, per stabilizzare i prezzi e lasciare un mondo migliore ai nostri figli?”.