Cia: caso peste suina a Roma, in Lazio a rischio 43mila suini

"Misure di controllo e contenimento troppo blande"

MAG 5, 2022 -

Peste suina Roma, 5 mag. (askanews) – Il caso di peste suina trovato a Roma trasforma l’allarme sul fenomeno in emergenza nazionale. È quanto afferma Cia-Agricoltori Italiani, intervenendo sul cinghiale infetto nel parco dell’Insugherata nella capitale, dentro il raccordo anulare. Secondo il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, questa emergenza “era già stata drammaticamente preannunciata, per il proliferare indisturbato dei cinghiali in tutta Italia e per l’assenza di una legge adeguata di gestione della fauna selvatica. La notizia del cinghiale infetto, confermata dallo stesso Commissario straordinario per la PSA, Angelo Ferrari, ci dice che occorre superare le misure blande per interventi di controllo e contenimento del fenomeno reale e a tappeto”. A oggi, tra Piemonte e Liguria, gli animali infetti continuano ad aumentare e hanno raggiunto quota 109, di cui 4 trovati solo ieri. A questi, precisa Cia, si aggiungono ora i numeri del Lazio. Un solo caso di PSA, infatti, basta a far scattare in allarme gli oltre 12mila allevamenti di suini attivi in regione per un totale di 43mila capi. E soprattutto, tenuto conto del fatto che, nella sola provincia di Roma, i cinghiali in libertà sarebbero già più di 20mila. “Sono anni che facciamo la conta dei capi a scorrazzare nei campi di tutta Italia. Sono diventati più di 2,5 milioni; dei danni all’agricoltura, aumentati del 60% nell’ultimo anno e degli incidenti stradali causati degli ungulati, quasi 500 tra 2018 e 2021 – aggiunge Scanavino – Serve da troppo tempo un monitoraggio vero e una riforma della Legge 157 datata 1992 che abbiamo concretamente proposto, punto per punto, almeno 4 anni fa”. “Sollecitiamo le istituzioni ancora una volta -aggiunge Scanavino- a essere più ferme nel perseguire le politiche di contenimento della fauna selvatica in Italia. Come già ampiamente detto, serve una campagna di controllo e riduzione del numero dei capi con figure qualificate e strumenti innovativi, un rimborso rapido, senza vincoli e burocrazia, del 100% dei danni già subiti dagli agricoltori per la peste suina. Il problema era, ed è, nazionale, va monitorato e gestito, senza lasciare sole le Regioni, gli allevatori e gli agricoltori. La Peste suina – conclude Scanavino – non è un pericolo per l’uomo, ma un’emergenza di portata tale da far affrontare, una volta per tutte, il problema ungulati che proprio a Roma, mostra le sue criticità anche per i cittadini”.