Per quasi 1 famiglia su 3 peggiora la situazione economica

Rapporto Bes: Dal 29% del 2020 si arriva al 30,6% nel 2021

APR 21, 2022 -

Istat Roma, 21 apr. (askanews) – Dopo l’esplosione della pandemia da Covid-19 che ha colpito il nostro sistema economico, gli indicatori di benessere economico evidenziano un quadro di lento miglioramento. Tuttavia quasi una famiglia su tre ha visto peggiorare la propria situazione economica. E aumentano le famiglie che arrivano a fine mese con grande difficoltà. E’ quanto emerge dal rapporto Bes 2021 ‘Il benessere equo e sostenibile in Italia’ diffuso dall’Istat. Il perdurare dell’emergenza sanitaria ha determinato nel 2021 un ulteriore incremento della quota di famiglie che dichiarano di aver visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all’anno precedente: dal 29% del 2020 si arriva al 30,6% nel 2021, quasi cinque punti percentuali in più rispetto al 2019 (25,8%). L’aumento si riscontra in tutte e tre le ripartizioni geografiche, tuttavia nel Centro e, soprattutto, nel Nord l’incremento più elevato si attesta nel primo anno di pandemia, mentre nel Mezzogiorno soprattutto nel secondo anno. Nel 2021, il reddito disponibile delle famiglie e il potere d’acquisto hanno segnato una ripresa, pur restando al di sotto dei livelli precedenti la crisi. La crescita sostenuta dei consumi finali, d’altra parte, ha generato una flessione della propensione al risparmio che, tuttavia, non è tornata ai valori pre-pandemia. Una quota consistente di famiglie dichiara che il Covid-19 ha comportato una perdita di reddito per il proprio nucleo familiare (32,9%, 32,1% e 28,1%, rispettivamente in Centro, Mezzogiorno e Nord), l’11,3% ha avuto bisogno di ricorrere ad aiuti economici da parte di familiari o parenti – comportamento diffuso più tra le famiglie del Mezzogiorno (12,9%) e del Centro (11,9%) che tra quelle del Nord (9,9%) – e il 9% delle famiglie ha chiesto prestiti o finanziamenti bancari (più di frequente nel Nord, con 9,5%, e nel Centro, con 9,3%, rispetto all’8,1% registrato nel Mezzogiorno). La percentuale di coloro che vivono in famiglie dove gli individui hanno lavorato per meno del 20% del proprio potenziale è stata dell’11%, in crescita rispetto al 10% del 2019. Inoltre, una quota pari al 9% di persone ha dichiarato di arrivare a fine mese con grande difficoltà, in aumento rispetto al 2019 quando era pari all’8,2%. Anche gli individui che vivono in famiglie con una situazione di grave deprivazione abitativa crescono dal 2019 al 2020, passando dal 5% al 6,1%. Risulta invece stabile il rischio di povertà (20% degli individui da 20,1% nel 2019). Secondo il Rapporto Bes 2021 nel 2021 la povertà assoluta è stabile, ma in crescita nel Mezzogiorno. La grave crisi economica del 2020 provocata dalla pandemia si è tradotta in un aumento della povertà assoluta, giunta ai suoi massimi dal 2005, anno a partire dal quale è disponibile l’indicatore, con 1 milione circa di poveri assoluti in più e valori dell’incidenza pari al 7,7% per le famiglie e al 9,4% per gli individui. Nel 2021, pur in uno scenario economico mutato, la povertà assoluta si mantiene stabile, riguardando oltre 1 milione 950mila famiglie (7,5%) e più di 5 milioni 500 mila individui. Va comunque notato che, senza la crescita dei prezzi al consumoregistrata nel 2021 (+1,9%) l’incidenza di povertà assoluta sarebbe stata pari al 7% a livello familiare e all’8,8% a livello individuale, in lieve calo, quindi, rispetto al 2020. Nel 2021, il Nord recupera parzialmente il forte incremento nella povertà assoluta osservato nel primo anno di pandemia, anche se non torna ai livelli osservati nell’anno precedente (6,8%, 9,3% e 8,2% rispettivamente nel 2019, 2020 e 2021). Nel Mezzogiorno, invece, le persone povere sono in crescita di quasi 196mila unità e si confermano incidenze di povertà più elevate e in aumento, arrivando al 12,1% per gli individui (era l’11,1% nel 2020). Infine, il Centro presenta il valore più basso, sebbene anche in questa area del Paese l’incidenza aumenti tra gli individui passando da 6,6% nel 2020 a 7,3% nel 2021. Guardando alla composizione per cittadinanza, se nel 2020 l’incidenza di povertà assoluta aumenta sia per le famiglie costituite solamente da italiani, sia per quelle con almeno uno straniero, che conoscono una diffusione del fenomeno molto più rilevante, nel 2021, si registra un ulteriore peggioramento tra le famiglie composte solamente da stranieri (da 26,7% del 2020 al 30,6%), mentre per quelle di italiani la diffusione del fenomeno si mantiene stabile (5,7%). In generale, rispetto al 2020 si registra una sostanziale stabilità per le diverse tipologie familiari. L’incidenza di povertà assoluta nel 2021 si conferma più elevata per le famiglie più numerose: le famiglie in cui sono presenti coppie con 3 o più figli registrano un’incidenza pari al 20,0%, seguite dalle famiglie di altra tipologia con 16,3%, dove frequentemente sono presenti più nuclei familiari. La presenza di figli minori continua a essere un fattore che espone maggiormente le famiglie al disagio (11,5%), mentre la quota di famiglie con almeno un anziano in condizioni di povertà è pari al 5,5%, stabile rispetto al 2020 (5,6%), confermando l’importante ruolo di protezione dei redditi da pensione che garantiscono entrate regolari nella famiglia. Il totale dei minori in povertà assoluta nel 2021 è pari a 1 milione e 384mila: l’incidenza si conferma elevata, al 14,2%, stabile rispetto al 2020, ma maggiore di quasi tre punti percentuali rispetto al 2019, quando era pari all’11,4%. Le incidenze di povertà sono stabili anche tra i giovani di 18-34 anni (11,1%) e tra gli over65 (5,3%). Mlp/Pie