Visco: gas rincarato fino a 10 volte, così le imprese non sopravvivono

"Qualcosa bisogna fare". Il plauso di Confindustria al governatore

MAR 23, 2022 -

Bankitalia Roma, 23 mar. (askanews) – Se negli Usa negli ultimi due anni i prezzi di energia e gas sono raddoppiati, in Europa i rincari sono arrivati ad un multiplo che in alcuni casi raggiungono 10 volte e “qualcosa bisogna fare”, perché diverse imprese in queste condizioni “non possono sopravvivere”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo al termine di un evento organizzato a Milano da Bloomberg. Un richiamo alle politiche di bilancio, perché di fronte a uno shock dell’offerta come quello attuale la riposta non può essere di politica monetaria. “In Europa – ha detto Visco – i prezzi del gas sono aumentati di 8-9-10 volte in media tra inizio 2020 e febbraio 2022, negli Usa sono aumentati di 2 volte”. Questa divergenza mostra come nell’Ue non si sia di fronte a “un problema di eccesso di domanda ma di difficoltà di offerta”. Gli aiuti devono essere brevi e poi rimossi, ma servono perché “ora con prezzi del gas a 10 volte quelli di due anni fa è ovvio che fa mettiamo un grade stress non solo sui consumatori e sulla fiducia, ma anche sull’attività del settore industriale stesso. Ci stanno una serie di imprese specialistiche che non possono sopravvivere con questi prezzi, quindi qualcosa bisogna fare”. Un richiamo salutato dal presidente di Confindustria. “Desidero ringraziare di cuore il governatore della Banca d’Italia per la chiarezza con cui si è espresso – ha commentato Carlo Bonomi -: a questi prezzi dell’energia, oggi di nuovo in ascesa, semplicemente le imprese non possono reggere. Quindi ribadiamo la necessità di interventi di natura strutturale”. Secondo Visco sono auspicabili interventi di politica di bilancio e economica, magari con misure per “redistribuire questa che è come una tassa”. E “se la politica economica riesce a ridurre il trasferimento dei rincari” su altre voci e “se la guerra non dura troppo”, allora “potremmo non avere stagnazione e alta inflazione”, cioè stagflazione. E più avanti “le previsioni dicono tutte che la fine di uno shock dell’offerta si accompagna da riduzioni delle pressioni sui prezzi, ha aggiunto. Sulla situazione dei mercati “se ci sta una parola” per descriverla, allora è “incertezza”, “ma complessivamente i mercati sono rimasti relativamente calmi, anche grazie alle abbondanti liquidità assicurate dalle Banche centrali”. Alla Bce “quello che abbiamo deciso è di avviare una graduale normalizzazione della politica monetaria, con l’aggiunta della parola ‘opzionalità’. Significa – ha spiegato Visco – che tutte le opzioni sono aperte. Riteniamo di ridurre i nostri acquisti netti di titoli” e poi di concluderli ma “voliamo mantenere condizioni di finanziamento favorevoli”. Guadando più avanti “un mondo normale”, ha spiegato, è quello “dove non ci sono più tassi negativi”. Un riduzione della mole del bilancio “non accadrà presto, dato che al momento stiamo discutendo come rinnovare” i titoli accumulati. “La questione qui è come troviamo condizioni più normali”, ha aggiunto, posto che “non sappiamo cosa sarà la nuova normalità”.