L’allarme di Patuanelli sull’agroalimentare: servono interventi urgenti

MAR 10, 2022 -

Ucraina Roma, 10 mar. (askanews) – “L’aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici sta progressivamente erodendo la redditività dell’attività economica: il settore agroalimentare non riesce più a redistribuire gli aumenti lungo la filiera produttiva”. Lo ha detto, il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, nella sua informativa in Cdm sulle conseguenze della crisi ucraina per la filiera. Patuanelli ha proposto alcuni “immediati interventi” per assicurare un efficace sostegno alle aziende del settore agroalimentare. In ambito nazionale, il ministro propone di incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole; garantire una moratoria alle scadenze dei termini relativi all’indebitamento in essere con istituti di credito o altri operatori; adottare misure per sostenere la domanda all’interno del mercato agroalimentare; sostenere il potenziamento delle produzioni nazionali e finanziare specifiche misure di sostegno alle filiere più esposte alla crisi, anche attraverso la sospensione degli oneri previdenziali a carico dei datori di lavoro. “Così come avvenuto per contrastare le drammatiche conseguenze di carattere economico e sociale derivanti dal diffondersi della pandemia da COVID-19, la risposta dovrebbe concretizzarsi nell’adozione di un Energy Recovery Fund, finanziato dal debito pubblico europeo comune: è questa, a mio modo di vedere, la soluzione preferibile, forse l’unica, per fronteggiare una situazione inedita e straordinaria di vertiginoso aumento dei prezzi”. Ha detto Patuanelli. Secondo il ministro, “il potenziale proliferare di limitazioni al commercio internazionale da parte dei Paesi dell’area ex-sovietica e di alcuni dei Paesi membri della UE potrebbe compromettere non solo il mercato degli approvvigionamenti europei ma la stessa natura del mercato unico, caposaldo, finora indiscusso, della Ue”. All’Italia l’Ucraina, nel 2021, ha fornito il 3% delle importazioni di frumento tenero e il 13% di mais mentre la quota dell’Ungheria è, rispettivamente, del 23% e del 32%. “La diversificazione dei mercati di approvvigionamento – ha sottolineato – è in gran parte possibile e implica il dover ricorrere, in primo luogo, ad altri Paesi europei, come ad esempio Francia e Germania per quanto riguarda il frumento tenero”. Altre diversificazioni sono possibili su mais, olio di girasole, fertilizzanti, panelli di estrazione di olio di girasole. Secondo Patuanelli, è “indispensabile” avviare “con urgenza” un confronto in ambito europeo per il riorientamento della Politica agricola comune (Pac) e la deroga sulla disciplina degli aiuti di Stato per l’agroalimentare. Per quel che riguarda la Pac, ha sottolineato, “tenuto conto dell’esigenza di riorientare gli strumenti a disposizione per sostenere le produzioni più strategiche occorre: posticipare l’entrata in vigore delle misure introdotte nella PAC volte a limitare la produzione; incrementare la percentuale dei pagamenti accoppiati per le produzioni più strategiche e per le quali l’UE non è autosufficiente (proteine vegetali, cereali, etc.); consentire l’utilizzo a fini produttivi delle superfici lasciate a riposo e di tutti i pascoli, anche se parzialmente occupati da vegetazione arbustiva spontanea; introdurre un contributo flat ‘ex-novo’ per tutte le superfici agricole utilizzate, per ammortizzare l’incremento dei costi di produzione; rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare”. Secondo il ministro occorrono interventi anche in materia di aiuti di Stato che attivano “un regime di aiuto straordinario sul modello dell’emergenza Covid, per autorizzare aiuti di Stato in deroga (ovvero, prorogare il regime Covid ampliando i massimali previsti)” e bisogna “attivare un programma straordinario di ristrutturazione del debito delle imprese agricole in deroga alle norme sugli aiuti di Stato”. Afe/Pie