Federlegno: 2021 oltre livelli pre-covid, fatturato filiera a 49 mld

Feltrin: ora incertezza e criticità mettono a rischio la ripresa

MAR 1, 2022 -

Federlegno Milano, 1 mar. (askanews) – Nel 2021 la filiera del legno arredo italiana ha superato i livelli pre-Covid. Il fatturato alla produzione è salito del 14,1% a oltre 49 miliardi, contro i 43 del 2019. Positivo anche l’export con un +20,6% sul 2020 e +7,3% sul 2019 per un valore pari a oltre 18 miliardi di euro (erano 17 del 2019) pari a oltre il 37% dell’intero settore. Guardando il mercato italiano si registra una crescita del 18,5% rispetto al 2019 e del 28,9% sul 2020. E’ la fotografia della filiera legno-arredo che emerge dai dati preconsuntivi elaborati dal Centro studi di FederlegnoArredo che avverte: “Il caro energia, la penuria di materie prime, i costi della logistica e dei trasporti rischiano di invertire il trend, già dai primi mesi del 2022. E i venti di guerra che soffiano dalla Russia non potranno far altro che aggravare una situazione che già cominciava a dare qualche segnale di malessere, non solo sul fronte dell’export ma anche per l’approvvigionamento di materia prima legnosa”. Per il presidente di Federlegno, Claudio Feltrin, questi dati sono “un traguardo prestigioso” ma “ora prevale lo stato di criticità e di forte incertezza dovuto alla situazione congiunturale dei primi mesi del 2022. Siamo di fronte a un mix che rischia davvero di mettere il freno a mano alla ripresa del settore e dobbiamo saper mantenere la crescita ai livelli del 2021, confidando che, quanto prima, torni il sereno”. “Ad oggi – prosegue Feltrin – non possiamo nasconderci dietro a un dito: i segnali negativi si fanno sentire anche nella nostra filiera. Le prime lavorazioni del legno, su cui l’incidenza del caro energia è molto impattante, sono state costrette a rivedere i listini e, in alcuni casi, anche a fermare la produzione per non lavorare in perdita. Adesso l’onda lunga si fa sentire anche sul resto della filiera e arriverà ben presto al consumatore finale. Fino ad oggi abbiamo messo in campo tutte le strategie per evitare che questo accadesse, ma se non cambieranno velocemente le condizioni esterne, non avremo altra scelta che aumentare i listini al pubblico con conseguente rischio di raffreddare la domanda”. Le nubi più minacciose si addensano su settori come il contract che risente più di altri di mobilità e turismo. “Il contract dovrà aspettare almeno il 2023 se non il 2024, per tornare ai livelli pre-covid, anche se qualche spiraglio cominciava a vedersi, ma purtroppo è ancora molto debole – commenta Feltrin – Il settore segue dinamiche e programmazioni ben diverse rispetto al mercato destinato all’arredo domestico e chi lavora per gli hotel, per la crocieristica e per le catene commerciali continua a fare i conti con un rallentamento delle commesse. A compensare in parte questa dinamica è l’outdoor che ha dato forte impulso alla domanda arredi e allestimenti per esterni, sia da parte delle famiglie che da bar e ristoranti, grazie anche alla concessione gratuita dei plateatici. Preoccupano però le prospettive, tuttora negative, sulla ripresa del turismo. Quanto sta avvenendo alle porte di casa nostra non può farci dormire sonni tranquilli. Il rischio reale, se perdura questa situazione, è che le ricadute economiche della crisi non si limitino alla Russia e all’Ucraina ma che abbiano un’eco anche nel resto d’Europa”. All’interno della filiera, il macro-sistema arredamento e illuminazione da solo pesa per quasi tre quarti delle vendite estere totali e chiude il 2021 con un +11% rispetto al 2019, con le vendite estero al +9,4% e quelle Italia al +12,8% per un valore complessivo di fatturato pari a oltre 26 miliardi di euro (erano 23,5 nel 2019). Spostando lo sguardo sul macro sistema legno i preconsuntivi 2021 chiudono con un +16,6% nel confronto sul 2019 e un fatturato di quasi 20 miliardi di euro (erano 17 nel 2019) e un +29,1% sul 2020. Per quanto riguarda le vendite sul mercato italiano il settore si attesta a un +21,9% sul 2019 e a un +32% sul 2020. Analizzando l’export, che costituisce poco meno del 25% del fatturato complessivo, la variazione è del +2,5% sul 2019 e del +20,6% sul 2020. Risultano in crescita le esportazioni verso i principali Paesi: Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti, mentre risultano in crescita anche le importazioni da Austria, Germania e Cina. La forbice tra la variazione del fatturato alla produzione del macro sistema legno e quello del macro sistema arredamento e illuminazione è determinata, in primo luogo, dalla maggiore incidenza del costo delle materie prime sul prezzo dei prodotti che nel macro sistema Legno si è più rapidamente ripercosso sui listini, rispetto a quanto accaduto per il settore arredamento e illuminazione. Per quanto riguarda il mercato italiano i risultati sono dovuti sia all’efficacia di agevolazioni fiscali come il bonus mobili, sia alla centralità che ha assunto la casa nella vita degli italiani. “Già dal mese di gennaio – spiega Feltrin – ci sono stati segni di rallentamento che rischiano di diventare ombre importanti se le cose non si ridimensioneranno entro il primo trimestre dell’anno. A questo poi si aggiungono gli stop and go sui bonus edilizi che, da traino per l’economia, sono diventati improvvisamente motivo del suo rallentamento e quindi a catena sul nostro settore. Non possiamo dire che il mercato si sia fermato, ma si è sicuramente irrigidito e spaventato dall’incertezza e dai continui cambi in corsa. La speranza è che essendo ancora all’inizio dell’anno e con le misure messe in atto dal Governo, il problema rientri presto. Inoltre c’è da chiedersi anche quanto i risultati positivi in termini di fatturato siano davvero dovuti a una maggior produzione o non siano piuttosto figli dell’aumento dei listini, e lo capiremo soltanto con i bilanci aziendali del 2021”. Sul fronte estero, l’Italia nel 2021 ha registrato una rinvigorita dinamica delle esportazioni. Tutti i primi dieci mercati sono in crescita e la Francia si conferma il primo Paese di esportazione per i prodotti della filiera e pur essendo ormai considerato un mercato maturo, le dimensioni dell’export made in Italy e i tassi di crescita ne fanno uno sbocco commerciale che rimane, per molte imprese, promettente. Un presidio nel mercato francese si rivela pertanto strategico, tanto che, alcuni dei marchi più noti del made in Italy hanno scelto di aprire nuovi punti vendita proprio in questo Paese.