Auto connesse, un italiano su tre teme attacchi hacker

Cerio (Teoresi): veicoli come dispositivi da mettere in sicurezza

FEB 22, 2022 -

Mobilità Milano, 22 feb. (askanews) – In Italia i consumatori sono interessati ai veicoli connessi, in particolare alle soluzioni legate alla guida autonoma, come l’assistenza al parcheggio (55%) e alla guida (51%). Persistono tuttavia alcuni timori in relazione alla guida autonoma, come la paura di perdere il controllo del mezzo (40%) o di avere poche garanzie di sicurezza: il 27% dei consumatori, interpellati in materia di sicurezza, infatti teme attacchi hacker o un utilizzo improprio da parte delle aziende di informazioni sensibili. Per questo, le case automobilistiche stanno da un lato applicando processi di cybersecurity in tutte le fasi di produzione, dall’altro sviluppando sistemi per monitorare i veicoli quando saranno parte del parco circolante, anche per rispondere all’entrata in vigore della norma omologativa Unece wp.29 che obbliga i produttori di auto immatricolate nei paesi membri, tra cui l’Europa, a rispettare le norme di cybersecurity previste dalle Nazioni Unite. Ad analizzare lo scenario è Teoresi, società di ingegneria specializzata in tecnologia all’avanguardia per la smart mobility che supporta i produttori di auto nello sviluppo di software per la guida autonoma e per le relative funzionalità di messa in sicurezza. “Nell’automotive è in corso una nuova rivoluzione, guidata da veicoli sempre più innovativi: connessi, elettrici e a guida autonoma. L’intera filiera dell’automotive deve però ora pensare al veicolo come a un dispositivo da mettere in sicurezza, per garantire efficienza alla vettura e privacy all’utente”, sottolinea Gianluca Cerio, Technology Project Manager Leader di Teoresi. Nel caso dell’auto, i rischi di cybersecurity sono di 4 tipi: il più critico è quello che impatta la safety, che riguarda l’attacco a elementi indispensabili per la guida come freni, sterzo, acceleratore; poi ci sono rischi di operatività legati a specifiche funzioni come il navigatore, la radio o il condizionatore. Altri aspetti sono invece più legati ai concetti di cybersecurity tradizionali, come la privacy. Oggi all’interno dell’auto sono presenti dati privati, che rivelano infrazioni e dati di geolocalizzazione con l’orario e il percorso degli spostamenti, la rubrica personale e la lista di chiamate effettuate e ricevute senza considerare le varie telecamere ei microfoni interni alla vettura. Infine bisogna considerare il rischio finanziario ed economico che può avvenire in caso di furto del veicolo o in caso di furto di mezzi di pagamento memorizzati all’interno del veicolo. “Proprio per questo chi produce auto o componenti delle vetture deve collaborare con esperti di cybersecurity per poter garantire l’utilizzo di queste tecnologie, la connettività e le funzioni in completa sicurezza. Anche perché nei prossimi anni la gestione della cybersecurity diventerà un elemento importante tra i criteri di scelta valutati per l’acquisto di un’auto”, conclude Gianluca Cerio, Technology Project Manager Leader di Teoresi.