IIT: quattro progetti finanziati dall’European Research Council

Per agevolare lo sviluppo commerciale delle idee innovative

FEB 7, 2022 -

Ricerca Milano, 7 feb. (askanews) – Quattro nuovi progetti di ricerca sviluppati in IIT e finalizzati a dare risposta a ad alcune fragilità della nostra società, quali tumori, disabilità visive, amputazioni e carenza di materie prime, hanno ricevuto i finanziamenti “Proof of Concept” (PoC) dall’European Research Council (ERC) erogati per aiutare lo sviluppo commerciale delle idee innovative. Ilka Kriegel, Monica Gori, Paolo Decuzzi e Antonio Bicchi sono le ricercatrici e i ricercatori dell’IIT- Istituto Italiano di Tecnologia -premiati con i finanziamenti. Ciascuno di loro riceverà 150.000 euro per colmare il divario tra i risultati della loro ricerca e le prime fasi della commercializzazione. L’annuncio da parte dell’ERC vede una lista di 166 beneficiari in tutta Europa, per un investimento totale di 25 milioni di euro. 22 Progetti saranno finanziati in Italia, il secondo Paese, dopo il Regno Unito, per numero di sovvenzioni PoC. Ilka Kriegel ha ricevuto un ERC Starting Grant nel 2019 ed è attualmente coordinatrice del laboratorio Functional Nanosystems all’IIT di Genova. Questo ulteriore finanziamento sarà utile per sviluppare nuovi inchiostri conduttivi trasparenti da impiegare in varie applicazioni elettroniche, dai display a schermo piatto ai display flessibili, ai touch-screen, ai pannelli fotovoltaici a film sottile o organico. L’idea è di sostituire le materie prime dell’industria elettronica ritenute critiche, come per esempio l’ossido di indio-stagno (conosciuto come ITO, dall’inglese Indium tin oxide), che è un materiale molto promettente per le sue comprovate proprietà, ma che in futuro potrebbe scarseggiare e costare troppo. L’obiettivo di Kriegel è quindi quello di investire in soluzioni alternative realizzate a partire da materie prime prive di tali criticità. Il progetto CONDINKS è volto a sviluppare inchiostri conduttivi che abbiano proprietà comparabili a quelle dei sistemi oggi in uso, ma sfruttando strategie di sintesi che ingegnerizzano il materiale a scala nanometrica. I risultati saranno trasferiti in ambito industriale utilizzando processi di sintesi basati sull’acqua (e quindi non tossici) e facilmente scalabili verso le grandi produzioni. iReach è il nome del progetto di Monica Gori, che si focalizzerà sulla realizzazione di un sistema multisensoriale per aiutare i neonati ipovedenti ad allenare le loro capacità senso-motorie fin dai primi mesi di vita. Gori dirige il laboratorio U-VIP (Unit for Visually Impaired People) dell’IIT a Genova, dedicato allo studio delle capacità senso-percettive dei bambini, di come queste cambiano e interagiscono durante lo sviluppo, sia in presenza che in assenza di disabilità, con l’obiettivo di sviluppare protocolli e strumenti riabilitativi precoci. Gori ha vinto un ERC Starting Grant nel 2020 e l’ERC PoC le consentirà di perfezionare ulteriormente le sue tecnologie, proponendole per la commercializzazione. Le disabilità visive influenzano le capacità motorie e di prensione dei bambini, nonché la loro percezione dello spazio, le loro attività ludiche, la socializzazione, il funzionamento fisico, il benessere psicologico e le loro esigenze sociosanitarie. L’individuazione di tecnologie di riabilitazione efficaci per migliorare le capacità dei bambini ipovedenti, dipende in modo critico da una migliore comprensione delle basi neuroscientifiche dell’elaborazione multisensoriale e corporea.Tuttavia, ad oggi, queste abilità possono essere valutate solo qualitativamente sulla base di approcci osservazionali. Con il progetto iReach, Gori intende risolvere questo problema, progettando e sviluppando un sistema multisensoriale in grado di garantire sia la registrazione non invasiva delle loro abilità che l’allenamento senso-motorio già nei neonati ipovedenti. Milano, 7 feb. (askanews) – Paolo Decuzzi ha vinto l’ERC PoC Grant per l’invenzione “microMESH”, originata nell’ambito dei suoi precedenti progetti finanziati dall’ERC, che consiste in una sottile rete micrometrica in grado di conformarsi alla superficie della massa tumorale. Decuzzi è il Fondatore e Direttore del Laboratory of Nanotechnology for Precision Medicine all’IIT di Genova; il tema di ricerca principale del suo progetto è il trattamento del glioblastoma, che continua ad essere tra le forme di tumore meno curabili, con una sopravvivenza media di appena 20 mesi dalla diagnosi. Decuzzi e il suo team interdisciplinare lavoreranno per dimostrare che microMESH può essere utilizzata come un vettore di distribuzione, a livello intracranico, di una chemio-immuno terapia combinata volta ad eradicare il glioblastoma e minimizzare le sue complicazioni a lungo termine. MicroMESH è stata progettata per adattarsi alla massa tumorale, fino ad integrarsi con essa, così da aumentare la permeazione degli agenti terapeutici e la loro efficacia. Il successo del progetto si tradurrà in test preclinici e, in seguito al superamento degli opportuni test tossicologici e di fabbricazione, nell’avanzamento agli studi clinici di Fase 1/2. Il percorso verso l’applicazione clinica è supportato dai consulenti del Deloitte HealthBiotech Accelerator e dal programma SPARK in Translational Research dell’Università di Stanford. Altre fragilità, come quelle derivanti dalle amputazioni, sono al centro del progetto di Antonio Bicchi. Bicchi coordina il Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation Lab all’IIT di Genova ed è stato beneficiario di diversi finanziamenti ERC, tra cui un ERC Synergy Grant nel 2018 per il progetto Natural BionicS, incentrato sulla realizzazione di arti protesici con caratteristiche “naturali”. La nuova sovvenzione servirà a tradurre i progressi scientifici e tecnologici di quel progetto in uno dei primi sistemi di integrazione degli stimoli tattili per protesi, al fine di aggiungere una sorta di “senso del tatto”. Storicamente, lo sviluppo di protesi si è concentrato molto sull’aspetto motorio, dedicando attenzione alla progettazione e al controllo degli arti artificiali per recuperare le capacità di manipolazione o locomozione nella massima misura possibile. Molto meno è stato realizzato, fino ad oggi, in termini di replicazione della capacità di percepire le interazioni con l’ambiente, con le altre persone e con il proprio corpo attraverso il canale aptico. Il nuovo progetto di Bicchi, chiamato WISH (Wearable Integrated Soft Haptic), mira a realizzare nuovi arti protesici indossabili muniti di feedback sensoriale, attraverso la realizzazione di camere in silicone morbido e dalle loro unità di attuazione e controllo, in grado di esercitare pressioni in diversi punti dell’arto menomato. L’obiettivo finale è quello di trasformare WISH in una piattaforma tecnologica che supporti i dispositivi per diversi tipi di protesi disponibili sul mercato, sia per gli arti superiori sia per quelli inferiori. (nella foto: Monica Gori, tra i ricercatori IIT che hanno ottenuto il Proof of Concept dall’ErC)