Venerdì 21 gennaio 2022 - 14:47
Il lavoro autonomo non riparte, -350mila occupati in IV trimestre
Analisi Consulenti Lavoro: Grande incertezza per primi mesi del 2022

A pagarne di più le spese sono, infatti, gli autonomi tra i 40 e i 49 anni: -223 mila soggetti in questa fascia d’età, mentre cali più contenuti si registrano tra i 50 e i 59 anni con 60 mila lavoratori in meno. È il commercio il settore maggiormente colpito: rispetto al 2019, infatti, si sono persi più di 190 mila autonomi; a seguire l’industria (43 mila unità in meno) e l’area dei servizi tecnici e professionali (34 mila autonomi in meno). Il settore dell’edilizia, invece, registra un buono stato di salute, con un incremento del lavoro autonomo negli ultimi due anni del 2,8%. Anche sotto il profilo professionale si registrano tendenze diverse. Le professioni tecniche sono quelle più impoverite con quasi 100 mila occupati in meno nell’ultimo biennio. I dati non sono più confortanti per le professioni intellettuali e ad elevata specializzazione: rispetto al 2019, infatti, si sono persi 73 mila lavoratori. A penalizzare ancor di più questo mondo è la diversità di tutela rispetto al lavoro a tempo indeterminato. Secondo l’indagine condotta ad aprile 2021 da Fondazione Studi e SWG, due autonomi su tre hanno dichiarato che la pandemia ha avuto un impatto negativo (51,8%) o molto negativo (14,9%) sul loro lavoro e il 53,5% ha affermato di aver registrato una riduzione del reddito.
Quali saranno, dunque, le previsioni per il 2022? “Le prospettive per i primi mesi del nuovo anno lasciano ampi spazi di incertezza a causa delle conseguenze economiche legate all’emergenza sanitaria”, ha spiegato Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. “C’è bisogno di avviare una seria riflessione attorno ai liberi professionisti perché è il lavoro autonomo a generare quello dipendente”.
Mlp