Giovedì 13 gennaio 2022 - 16:29
Aviaria e peste suina preoccupano la filiera zootecnica italiana
Già abbattuti milioni di polli e tacchini nel nord Italia

E se la peste suina africana non può contagiare l’essere umano, la Lav ricorda oggi che il virus dell’aviaria “è capace di infettare non solo i volatili ma anche altre specie, come l’uomo”. In realtà, l’Istituto Zooprofilattico sottolinea che sono rari i casi di infezione nell’uomo. La fonte di contagio per gli esseri umani è costituita da volatili infetti che possono trasmettere il virus attraverso la saliva, il muco e le feci.
L’Influenza aviaria è una malattia degli uccelli causata da un virus dell’Influenza di tipo A, (Orthomyxoviridae, genere Influenza-virus A). E’ in grado di contagiare pressoché tutte le specie di uccelli, anche se con manifestazioni molto diverse, da quelle più leggere fino alle forme altamente patogene e contagiose che generano epidemie acute. Gli uccelli selvatici fungono da serbatoio e possono eliminare il virus attraverso le feci. Si ammalano raramente, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile.
Il settore avicunicolo in Italia conta oltre 18mila allevamenti, di cui 6mila professionali, con l’impiego di circa 38mila addetti, per una produzione di carni bianche pari a 1,3 tonnellate annue. I focolai di influenza aviaria aumentano rapidamente: secondo i dati forniti dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie aggiornati al 30 dicembre 2021 gli allevamenti interessati sono 294.