Bankitalia, anomalia Iva: in crisi Covid gettito meglio di consumi

Sia su cali che su ripresa, potrebbe derivare anche da e-commerce

NOV 26, 2021 -

Bankitalia Roma, 26 nov. (askanews) – Se solitamente durante le crisi il gettito Iva tende a ridursi di più, o a crescere di meno, rispetto ai consumi – dato che aumenta l’evasione fiscale e i consumatori riducono la quota di spesa destinata ai beni durevoli, che hanno aliquote più alte – in Italia nella crisi Covid “la dinamica dell’Iva è stata invece nettamente più sostenuta di quella dei consumi”. Lo rileva la Banca d’Italia in uno studio ad hoc, spiegando che questo andamento è strettamente connesso con le peculiarità della crisi sanitaria. “Le misure di contenimento e la paura del contagio hanno infatti determinato un drastico calo della quota di spesa per servizi, caratterizzata da aliquote più basse e da una maggiore propensione all’evasione; il consumo di beni durevoli, contrariamente alle precedenti recessioni, è tornato ai livelli pre-crisi dopo un solo trimestre e sono inoltre aumentate, in parte attraverso canali digitali, le transazioni elettroniche. Quest’ultimo cambiamento, che ha influito positivamente sulla compliance, potrebbe fornire un contributo permanente ai conti pubblici”, affermano gli autori dello studio, Francesco Berardini e Fabrizio Renzi. “Nel 2020, la spesa per consumi finali delle famiglie ha fatto registrare, in termini nominali, un calo dell’11 per cento; ad esso è corrisposto un calo dei versamenti Iva (nel periodo da febbraio 2020 a gennaio 2021) del 9 per cento; se si tiene conto degli effetti delle sospensioni dei versamenti disposte dal Governo nel corso dell’anno, il calo dell’Iva si riduce al 6 per cento circa – scivono -. Tenendo conto delle sospensioni, si è quindi registrato un divario di 5 punti percentuali”. “Nel primo semestre del 2021 la spesa per consumi delle famiglie ha registrato un aumento del 5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre il gettito dell’Iva, al netto degli effetti stimati delle sospensioni dei versamenti disposte nel corso del 2020, è risultato in miglioramento di circa il 14 per cento. La differenza tra l’andamento dei consumi e quello dei versamenti dell’Iva, ancora più ampia di quella osservata nel corso del 2020, sarebbe imputabile, oltre ai fattori descritti, anche ad una ripresa significativa della spesa per investimenti privati il cui effetto era stato trascurabile nel 2020”. Secondo lo studio “è invece verosimile che le modifiche nelle modalità di pagamento siano in buona misura persistenti (specie se si considera che il ricorso a pagamenti elettronici era in aumento già prima della crisi)”. L’analisi “confermerebbe inoltre le indicazioni di recenti studi empirici, che mettono in luce l’esistenza di una relazione negativa tra l’evasione e la quota delle transazioni effettuate con moneta elettronica. Resta tuttavia da approfondire il legame tra strumento di pagamento utilizzato e settore in cui viene effettuata la spesa: il maggiore utilizzo di moneta elettronica potrebbe essere in parte un effetto indiretto della ricomposizione della spesa verso settori a maggiore livello di compliance, dove anche l’utilizzo del contante è meno frequente”.