Lavoro, perchè aumentano dimissioni volontarie? Mercato torna vivo

L'analisi della Banca d'Italia e del ministero del Lavoro

NOV 24, 2021 -

Lavoro Roma, 24 nov. (askanews) – Perché, dalla primavera di quest’anno, stanno aumentando le dimissioni volontarie? La risposta che arriva dalla Banca d’Italia e dal ministero del Lavoro non sembra lasciare dubbi: il mercato del lavoro è tornato vivo e mobile, dopo la crisi legata alla pandemia. Molte dimissioni, dunque, sono legate alla scelta di passare da un lavoro permanente ad un altro. Nei primi 10 mesi del 2021 sono state rilevate 777.000 cessazioni volontarie di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, 40.000 in più rispetto a due anni prima. Il 90 per cento dell’incremento complessivo osservato è ascrivibile all’industria (36.000 dimissioni in più); nei servizi la crescita delle dimissioni, più contenuta, si è fortemente indebolita dalla fine dell’estate. L’eterogeneità settoriale si riflette anche in quella geografica: nel 2021 le separazioni volontarie sono aumentate nel Centro Nord; nel Mezzogiorno invece sono rimaste stazionarie. La creazione di posti di lavoro, in questi primi 10 mesi del 2021, è sostenuta ancora largamente dall’occupazione a termine. Nei mesi autunnali “sono tuttavia cresciute lievemente anche le assunzioni a tempo indeterminato, tornate a ottobre sui livelli pre-pandemici”. La dinamica delle posizioni a tempo indeterminato ha sostenuto “la mobilità complessiva del mercato del lavoro, incentivando i passaggi da un impiego permanente a un altro. A questo fenomeno è ascrivibile buona parte della crescita delle dimissioni volontarie di lavoratori a tempo indeterminato osservate dalla primavera”. Nel corso del 2021 – spiegano la Banca d’Italia e il ministero del Lavoro – le dimissioni sono gradualmente aumentate superando, nella seconda metà dell’anno, i livelli registrati nel 2020. Molteplici fattori, relativi sia all’offerta sia alla domanda di lavoro, potrebbero spiegare tale incremento. Da una parte “i lavoratori dipendenti potrebbero essere meno disponibili a lavorare alle condizioni prevalenti, anche per ridurre il rischio di contagio in una fase di progressivo ridimensionamento del ricorso al lavoro in remoto”. Dall’altra “è possibile che, grazie alla ripresa della domanda di lavoro, un numero crescente di persone occupate lasci la propria occupazione stabile per un’altra. In questo secondo caso le dimissioni da un lavoro a tempo indeterminato e le assunzioni, anch’esse a tempo indeterminato, dovrebbero registrare andamenti simili”. Complessivamente la dinamica delle dimissioni “appare strettamente associata a quella della domanda di lavoro a tempo indeterminato, anche perché concentrata nei settori e nelle aree che dalla primavera del 2021 hanno maggiormente beneficiato della ripresa delle attivazioni di nuove posizioni di lavoro permanente”. Mlp