Fipe: in 2021 spesa fuoricasa 63 mld; serve tavolo coordinamento

Firmata la Carta dei valori della ristorazione per patto filiera

NOV 18, 2021 -

Ristorazione Roma, 18 nov. (askanews) – Una “Carta dei valori” della ristorazione italiana per rilanciare la filiera agroalimentare; un tavolo di coordinamento che svolga una funzione di regia per il raccordo e l’integrazione di filiera tra agricoltura, industria alimentare, distribuzione e ristorazione. E interventi di breve periodo a partire dalla decontribuzione dei salari a tempo determinato o almeno fino alla fine della crisi pandemica, fino alla revisione del Decreto flussi, indispensabile per il reperimento di manodopera. Strumenti necessari per cercare di guardare al futuro con ottimismo, nonostante lo spauracchio dell’inflazione e della ripresa dei contagi. Si è svolta oggi l’assemblea annuale di Fipe, aperta dal presidente Lino Enrico Stoppani, alla presenza del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia e del presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel corso della quale i rappresentanti di Fipe, Confagricoltura, Coldiretti, Unione Italiana Food, oltre a Siae per il ruolo della musica nei Pubblici Esercizi, hanno firmato la “Carta dei Valori” della ristorazione italiana, curata da Davide Rampello, che contiene le linee di azione per la promozione e la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche italiane. Nel 2021 la spesa degli italiani per consumi alimentari fuoricasa tornerà ad oltre 63 miliardi di euro, con un incremento del 17,2% rispetto al 2020, ma ancora sotto i livelli pre-covid per oltre 20 miliardi di euro. Più contenuto l’aumento della spesa alimentare domestica: +0,8% rispetto allo scorso anno. L’impatto della pandemia sulla ristorazione, spiega Fipe, è stato devastante anche a livello internazionale. In tutti i Paesi del vecchio continente la flessione dei consumi è stata superiore al 30%, con punte di oltre il 40% in Spagna. Prima della pandemia, la sola spesa turistica destinata alla ristorazione valeva 18,5 miliardi di euro, con 8,4 miliardi di euro garantiti dal turismo straniero, con un valore aggiunto pari a circa 7 miliardi. Considerando questo scenario, la ristorazione “è pronta ad andare oltre i drammi e le incognite del recente doloroso periodo” ma è “necessaria una strategia unitaria in grado di valorizzare l’intero Sistema Paese. Un patto di filiera tra ristoratori, produttori e agricoltori che è anche un appello alla politica”, ha detto il presidente di Fipe-Confcommercio. Per rimettere in piedi il settore, però, “serve un soggetto che svolga una funzione di regia – ha detto Stoppani – in grado di fare un vero lavoro di raccordo e integrazione di filiera, tra agricoltura, industria alimentare, distribuzione e ristorazione, anche per favorire il nostro export”. Un tavolo di coordinamento che si occupi delle politiche dell’intera filiera agroalimentare, indispensabile in una fase di ripartenza di un settore che vuole tornare ad essere trainante ed attrattivo, superando alcuni gap strutturali che non consentono di sfruttare pienamente le grandi potenzialità. “Il settore presenta due principali problemi: produttività e attrattività. Se a questi aggiungiamo l’incertezza delle prospettive post Covid e le distorsioni create da generose politiche di sussidio – ha spiegato Stoppani – sono spiegate le difficoltà di reperimento di risorse umane adeguate e l’emorragia di competenze”. Il rinnovo del contratto nazionale di categoria, in scadenza il 31 dicembre, “sarà un passaggio decisivo” per affrontare questo problema, ma parallelamente sono necessari interventi di breve periodo. Dalla decontribuzione dei salari a tempo determinato o almeno fino alla fine della crisi pandemica, alla revisione del Decreto flussi, indispensabile per il reperimento di quella manodopera necessaria a svolgere le mansioni per le quali non si trovano persone disponibili tra i nostri connazionali. Il lavoro principale, tuttavia, “è quello di ricostruire la fiducia in un comparto che per guardare al futuro sa di dover investire anche sulla digitalizzazione e sullo sviluppo di servizi sostenibili”. Strumento strategico per facilitare questa trasformazione 4.0 saranno i bandi contenuti nel PNRR riservati alle imprese del turismo, primi tra tutti quelli sull’ammodernamento e sull’efficientamento energetico. Una quota di questi fondi potrà essere richiesta anche dai Pubblici Esercizi, come assicurato dal ministro del Turismo Garavaglia. All’orizzonte, rimangono tuttavia due spauracchi: l’inflazione e la risalita dei contagi. “Le nostre imprese – ha spiegato Stoppani – segnalano forti tensioni sui prezzi di acquisto delle materie prime e in taluni casi difficoltà di approvvigionamento ed è pertanto necessario un attento presidio da parte del Governo proprio per contrastare eventuali fenomeni speculativi”. Mentre sul fronte della risalita dei contagi, Stoppani ha ribadito l’assoluta fiducia nel vaccino come argine a ogni nuova ipotesi di chiusura, anche parziale, dei Pubblici Esercizi e ha lanciato un appello “alla responsabilità a chi da mesi manifesta ogni settimana, contro il green pass, infrangendo regole e aggiungendo rischi pericolosi”.