60 anni di Prosciutto San Daniele: la tradizione guarda al futuro

Il Consorzio festeggia con l'annuncio della fabbrica del sale

NOV 10, 2021 -

Agroalimentare Milano, 10 nov. (askanews) – Tradizione, gestione sostenibile della filiera produttiva, tutela del territorio e del suo patrimonio di saperi, tecniche e risorse che da oltre mezzo secolo permettono ai consumatori italiani ed internazionali di portare in tavola il San Daniele DOP. Nel 1961, a San Daniele del Friuli un gruppo di produttori e cittadini, ha costituito il Consorzio del Prosciutto di San Daniele, un’organizzazione volta a tutelare e promuovere il prodotto. 60 anni in cui il consorzio si è adoperato per grandi cambiamenti seguendo l’evoluzione imprenditoriale italiana ed inserendosi all’interno dell’importante settore dei prodotti ad indicazione geografica. Un’evoluzione che continua con le prossime iniziative concentrandosi sul tema della sostenibilità: valorizzazione della qualità del prodotto, basso impatto ambientale, tutela del territorio di produzione e rispetto della filiera. Come ha ricordato il direttore, Mario Emilio Cichetti: “Il Consorzio di San Daniele compie 60 anni. E’ stata una evoluzione continua di una comunità di produttori nata da una intuizione di cittadini, imprese, commercianti di San Daniele del Friuli negli anni ’60, poi si è evoluta un po’ replicando quello che era stato il made in Italy agroalimentare italiano”. Un prodotto simbolo del nostro agroalimentare che fa della tradizione il suo punto di forza. La lavorazione, inalterata di generazione in generazione, ha tre soli ingredienti: le cosce di suino italiano selezionate, il sale e il microclima di San Daniele del Friuli, che sorge dove si incontrano i venti freddi che scendono dalle Alpi Carniche e la brezza salmastra dell’Adriatico, mentre il fiume Tagliamento che lambisce le colline fa da termoregolatore naturale. Un microclima ideale per la stagionatura dei prosciutti. Ma se la tradizione è la base del successo del San Daniele Dop in Italia e nel mondo, non manca da parte dei produttori l’attenzione ai temi del presente e soprattutto del futuro: “Siamo arrivati nel 2021 oggi, quindi sessant’anni dopo, dove le sfide sono quelle attuali: quindi lo sviluppo sostenibile, la tutela dei consumatori e la difesa dei valori del made in Italy e della qualità del cibo italiano”, ha sottolineato cichetti. In questa direzione vanno i progetti annunciati dal Consorzio: una fabbrica del sale per evitare gli sprechi riutilizzando il sale principalmente nell’industria chimica e per le strade. Ma c’è anche il progetto della creazione di un istituto tecnico ad hoc per formare in loco le figure professionali della filiera, come i mastri prosciuttai. Una delle tante iniziative lodate dal governatore friulano Massimiliano Fedriga che ha inserito la promozione dell’agroalimentare regionale nel promoturismo: “L’alleanza tra il pubblico e il privato anche nella promozione dell’agroalimentare è fondamentale perché valorizza un territorio e una comunità e per quanto riguarda la produzione San Daniele valorizza un prodotto che deve essere sempre più conosciuto nel mondo e sempre più apprezzato dai consumatori internazionali”. Nel 2020 l’export ha pesato per il 18 per cento sugli oltre due milioni e mezzo di prosciutti messi sul mercato dal Consorzio che hanno fruttato ricavi per 310 milioni di euro.