Indagine Nielsen: italiani favorevoli a tecnologia anti evasione

Commissionata da Prima Assicurazioni; serve tutela della privacy

OTT 28, 2021 -

Assicurazioni Milano, 28 ott. (askanews) – Gli italiani sono favorevoli all’utilizzo di Autovelox, ZTL e Tutor contro l’evasione, ma a patto di garantire la privacy. Secondo un’indagine di Prima Assicurazioni commissionata a Nielsen l’88,9% dei responsabili acquisto dei prodotti assicurativi sono d’accordo sull’uso di Telepass, Autovelox, ZTL e Tutor per scoprire chi circola senza assicurazione, ma per il 27,7% servono limiti per garantire la protezione dei dati personali. La grande maggioranza degli intervistati si è quindi detta d’accordo con Ivass e Ania, che propongono di modificare la legge per permettere l’utilizzo di rilevatori a distanza, opportunamente omologati, per avere un controllo costante sul territorio. Secondo una stima di Ania, in Italia i veicoli non assicurati in circolazione sono circa 2,6 milioni, con un mancato incasso di premi per le imprese di assicurazione pari a circa 1 miliardo di euro. Ma le famiglie italiane sono anche sensibili al tema della protezione dei dati personali. Infatti, sempre guardando al totale degli intervistati, usare Telepass, Autovelox, ZTL e Tutor è assolutamente giusto per il 61,2%, mentre il 27,7% è d’accordo sull’utilizzo purché avvenga entro alcuni limiti che garantiscano la tutela della privacy degli automobilisti. Tra i contrari, l’8,7% preferirebbe misure meno invasive per la lotta all’evasione e il 2,4% ritiene sbagliata o inefficace la misura, qualora venisse attuata. “I risultati che ci restituisce l’indagine non ci stupiscono, al contrario confermano che gli italiani hanno senso civico e che riconoscono nell’Rc auto un fattore di protezione necessario per sé e per gli altri e, come tale, non deve essere aggirato – ha commentato Giacomo Testa, Head of Analytics di Prima Assicurazioni -. Concordiamo sull’opportunità di fare ricorso anche alla tecnologia per arginare un problema come quello dell’evasione che non rappresenta solo un danno economico per il settore, ma soprattutto un rischio per le persone”.