Tartufo bianco, stagione inizia con prezzi alti e scarsa quantità

A novembre aumento raccolta e prezzi in calo attorno 2000 euro/kg

OTT 13, 2021 -

Agroalimentare Roma, 13 ott. (askanews) – Si preannuncia una stagione complessa per il tartufo bianco, con un inizio scarso in quantità e con pepite piccole e prezzi alti, attorno ai 4.500 euro al chilo. Ma a novembre sono previsti buoni livelli di crescita dell’offerta, e prezzi che potranno oscillare dai massimi e fino ai 2.000 euro al chilogrammo. E’ quanto emerso durante il convegno organizzato da Cia e dall’Accademia del Tartufo nel Mondo, al quale ha partecipato anche il sottosegretario Mipaaf, Gianmarco Centinaio. L’appuntamento, che rappresenta l’Anteprima mondiale della stagione del Tartufo Bianco 2021, ha fatto il punto sul comparto dopo l’anno della pandemia e in vista di una piena ripartenza che vorrà necessariamente alleato il settore della ristorazione mondiale, da sempre promotore ideale del prezioso prodotto italiano. Il tartufo, sotto shock per i continui fenomeni atmosferici avversi, come la lunga siccità, è un settore che oggi vale oltre 500 milioni di euro e vede in campo più di 200 mila raccoglitori. All’avvio di stagione, il quadro nazionale tra le regioni più rilevanti, ovvero Piemonte, Toscana, Marche e Umbria, presenta criticità sia sul fronte dell’offerta sia, di conseguenza, su quello dei prezzi con le quotazioni della Borsa di Acqualagna che al momento danno a 2 mila euro al kg la pezzatura 0-15 gr, a 3.200 quella da 15-50 gr e a 4 mila oltre i 50 gr. “I tempi si allungheranno, ma si arriverà presto a un buon prodotto – ha spiegato Giuseppe Cristini, presidente dell’Accademia – Nelle Marche, sebbene non di grande caratura, si avranno pepite buone che non supereranno i 2.000 euro al kg. Novembre darà in tutte le regioni, grandi soddisfazioni in termini di quantità e qualità”. Guardando all’Umbria, ma con approccio sul lungo periodo, l’analisi di Olga Urbani, titolare della Urbani Tartufi, azienda storica del settore: “erano anni che non ricordavamo una stagione così povera di prodotto. La mancanza di giuste piogge durante tutta l’estate sta causando un vero e proprio scompiglio economico per il nostro settore, non solo i prezzi stanno arrivando alle stelle, ma l’offerta è pari a zero, non solo in Italia ma anche nelle terre limitrofe”. “Nel tartufo c’è molto di più di una sola storia da raccontare e promuovere – ha detto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino – Al mondo della ristorazione internazionale affidiamo, infatti, con le pepite, il legame tra tartuficoltura e attività agricola, la grande biodiversità dell’agroalimentare tricolore e, soprattutto, la rinascita delle aree interne, quei borghi che sempre di più stanno richiamando l’attenzione di investitori e turisti stranieri”.