G20, Visco: con presidenza Italia progressi pagamenti cross border

Restano più lenti e poco accessibili, ma ora tovati target comuni

SET 27, 2021 -

Bankitalia Roma, 27 set. (askanews) – Con l’eccezione del caso Ue, i sistemi di pagamento cross border restano più lenti, costosi e meno accessibili di quelli nazionali ma in questo 2021 di presidenza italiana del G20 sono stati compiuti diversi progressi, in particolare con l’individuazione di obiettivi specifici condivisi su costi e accessibilità. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, aprendo i lavori di un webminar sui sistemi di pagamento organizzato nell’ambito delle iniziative della presidenza italiana del G20. “I pagamenti cross boder – ha detto – sono più lenti, meno trasparenti e meno accessibili di quelli domestici, dato anche il numero di stakeholder coinvolti. Tuttavia negli ultimi anni hanno assunto una crescente rilevanza, vista l’importanza nel commercio internazionale, del turismo internazionale, e con le migrazioni e le rimesse degli immigrati”. I miglioramenti su questo fronte sono stati in cima all’agenda internazionale per per molti anni. Visco ha citato come esempio il piano di azione lanciato dal financial Stability board nel 2015. Eppure “l’efficienza dei sistemi cross border appare peggiorata rispetto ai pagamenti interni, dove i miglioramenti sono stati enormi”. E solo alcuni sistemi cross border, come quelli dell’Ue, riescono a beneficiare dei tanti progressi che sono arrivati dal fronte del digitale. Ma “quest’anno – ha rivendicato Visco – sotto la presidenza italiana sono stati messi a segno progressi sostanziali, nonostante le difficoltà dovute al Covid, di cui il maggiore forse è nei target specifici su costi e accessibiltà che puntano ad essere un obiettivo condiviso di una visione comune”. Il G20 si è dotato di una road map su questo tema. Ma “raggiungere un giusto equilibrio tra intervento pubblico e iniziativa privata non è affatto evidente”, ha avvertito Visco. Il governatore ha citato come esempio il fatto che “ci si chiede se le banche centrali debbano limitarsi, per favorire l’iniziativa privata, o all’opposto assumere un ruolo più centrale”.