Assolatte: 4 anni da Ceta, export formaggi italiani in Canada +35%

L'accordo siglato nel 2017 tra Ue e Canada

SET 20, 2021 -

Lattiero-caseario Roma, 20 set. (askanews) – Esattamente il 21 settembre 2017 entrava in vigore Ceta, il Comprehensive Economic and Trade Agreement tra l’Unione Europea e il Canada. È stato il primo accordo commerciale stipulato dall’UE con un altro Paese del G7, e ha avuto da subito una portata molto ambiziosa. I dati parlano chiaro, spiega Assolatte: nel 2020 l’export di formaggi italiani ha sfiorato le 7mila tonnellate, con un aumento del 35% sul 2017, anno in cui l’accordo è diventato operativo. Una significativa progressione che ha riguardato pressoché tutte le categorie di formaggi, a cominciare dalla Mozzarella, cresciuta di 9 volte, e dal provolone (con un exploit del 232%). Incrementi considerevoli anche per grattugiati (37%), Asiago (28%), Grana Padano e Parmigiano Reggiano (27%), altri formaggi freschi (27%), Gorgonzola (25%) e Pecorino (11%). Stime Assolatte suggeriscono un nuovo primato anche nel 2021, visto che dell’export dei formaggi italiani in Canada sta registrando un tasso di crescita del 5%. Ceta ha previsto infatti la più estesa liberalizzazione tariffaria nella storia dei negoziati commerciali dell’UE, disposizioni vincolanti sul mantenimento di elevati standard ambientali e sociali, la liberalizzazione di importanti settori dell’economia, nonché l’abbattimento delle barriere non tariffarie e la tutela della proprietà intellettuale. “Il vantaggio più evidente per consumatori e imprese è arrivato dall’abbattimento dei dazi – precisa Paolo Zanetti, presidente di Assolatte – In particolare, già con l’entrata in vigore venivano liberalizzate il 90% (Canada) e il 92,2% (Unione Europea) delle linee tariffarie sui prodotti agricoli e agroalimentari.” Il Ceta ha riservato ai formaggi UE un contingente export che ha previsto l’ingresso in Canada, a dazio zero, di ulteriori 17.700 tonnellate annue, di cui 16.000 indirizzate ai formaggi di qualità. “Complessivamente, rispetto al pre-CETA i quantitativi UE ammessi a condizioni agevolate sono più che raddoppiati, raggiungendo 31.900 tonnellate – sottolinea Zanetti – e le imprese italiane hanno saputo cogliere appieno questa opportunità”. “Ci sono altri due elementi fondamentali dell’accordo CETA da sottolineare – ricorda il presidente di Assolatte – il primo è la lotta all’italian sounding, il secondo è il riconoscimento e la tutela delle principali denominazioni DOP e IGP europee, dove i formaggi italiani fanno la parte del leone. Un aspetto di non poco conto, essendo il Canada tradizionalmente estraneo a questo sistema di valorizzazione dell’origine”.