Fruitimprese: export ortofrutta oltre i 5 miliardi a fine anno

In crescita mele kiwi pere, boom nocciole (+126%) e avocado (+49%)

SET 16, 2021 -

Ortofrutta Roma, 16 set. (askanews) – Recupera in quantità e valore l’export ortofrutticolo nel primo semestre dell’anno e, a fine 2021, potrebbe superare i 5 miliardi di euro. L’ortofrutta si conferma così, sul fronte dell’export, al secondo posto nella classifica nazionale del food. Nonostante le buone performance, però, cresce il gap con la Spagna, il principale competitor dell’Italia, anche a causa dell’alto costo del lavoro e della difficoltà di reperimento di manodopera per i campi. Sono i dati di Fruitimprese, l’associazione che riunisce le imprese ortofrutticole italiane. Il raffronto con i primi sei mesi del 2020, secondo le elaborazioni di Fruitimprese su dati Istat, porta il controvalore dell’export di ortofrutta italiana a 2,6 miliardi di euro (+13,9%) e le quantità a 1,8 milioni di tonnellate (+10%). In contemporanea l’import cala in valore (-9,5%) e in quantità (-8,1%) e i saldi tornano tutti positivi: in valore (635 milioni €) e in quantità (12.735 tonnellate). In ripresa i principali segmenti: frutta fresca +16,5% (oltre 1,1 miliardi di euro) e frutta secca +37,3% (oltre 317 milioni). I prodotti campioni di export sono le mele per un controvalore di quasi 522 milioni di euro (+15,45%), i kiwi (quasi 277 milioni, +18,34%), le pere (quasi 64 milioni, +46,80%). Da rilevare l’exploit delle nocciole sgusciate: +126% per 155,5 milioni di euro. Tra i campioni di import in flessione le banane (-8,24%), gli ananas (-0,35%) mentre continua la cavalcata dell’avocado con quasi il 49% in più e un controvalore di oltre 49 milioni di euro. La tendenza positiva viene confermata anche dal raffronto col primo semestre del 2019, cioè l’anno pre-pandemia. In questo caso il raffronto con l’export del 2019 segna una crescita del 22,6%. “I dati confermano un commercio internazionale in buona ripresa quest’anno – commenta il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi – con le nostre imprese molto attive e dinamiche e presenti su tutti i mercati di riferimento. Nonostante le difficoltà produttive, ai primi posti dell’export vediamo i nostri prodotti di eccellenza: le mele, i kiwi e anche le pere. Si registra con piacere un saldo positivo nell’import anche in quantità mentre il valore dell’export su base annua dovrebbe superare i 5 miliardi di euro, quindi un livello importante, che conferma il secondo posto nella classifica del food nazionale. Il nostro export ortofrutticolo si conferma in buono stato di salute, nonostante tutti i problemi produttivi, di mercato e ultimamente anche di logistica con l’esplosione del costo dei noli marittimi , la difficoltà a reperire container e i costi crescenti di energia e trasporti”. “Il gap col nostro principale competitor, la Spagna, si allarga sempre più – continua Salvi – a conferma di una perdita di competitività che abbiamo recentemente rappresentato al ministro Patuanelli. Abbiamo un costo del lavoro più alto dei nostri competitor cui si aggiunge una crescente difficoltà a reperire manodopera sia per le operazioni di raccolta in campagna sia nei nostri magazzini di lavorazione. La manodopera straniera trova all’estero migliori condizioni di lavoro e le imprese minori problemi burocratici. La conseguenza è che calano le rese produttive mentre i costi di raccolta e confezionamento aumentano”. “I fenomeni climatici e le fitopatie – conclude Salvi – stanno mettendo in ginocchio interi comparti con pesanti perdite di quote di mercato in Italia e all’estero. Servono soluzioni immediate sul fronte dell’assicurazione contro le calamità e le perdite di reddito , anche se questo è un iter complesso e spesso non soddisfacente. Piuttosto bisogna usare i contratti di filiera per finanziare impianti per proteggere le nostre produzioni con le tecniche più innovative, come le reti anti-grandine, anti-brina e anti-cimice. Confidiamo che soluzioni positive si potranno trovare già al prossimo Tavolo ortofrutticolo nazionale convocato per ottobre”.