Agli italiani piacciono gli investimenti green ma siano “bollinati”

Rapporto Censis-Assogestioni: timori per il green washing, servono regole

SET 15, 2021 -

Sostenibilità Milano, 15 set. (askanews) – Gli investimenti green e responsabili piacciono agli italiani, ma attenzione al cosiddetto fenomeno del “green washing”, dell’ecologismo di facciata: servono regole condivise a livello europeo per identificare i prodotti finanziari green autentici. E’ quanto emerge dal secondo rapporto Censis-Assogestioni “Gli italiani e la finanza sostenibile, per andare oltre la pandemia”, presentato al Salone del Risparmio. Nel dettaglio, il 63,4% degli italiani (il 68,4% tra i giovani, il 71,9% tra i laureati) conosce gli strumenti finanziari Esg basati su criteri di investimento responsabile e il 52,5% sarebbe interessato a metterci soldi (il 72,1% tra i giovani, il 67,2% tra le persone benestanti, il 66,6% tra i laureati). Nelle scelte di investimento l’opzione green piace: per il 63,9% degli italiani rappresentano una opportunità per investire bene. Anche per i consulenti finanziari gli investimenti responsabili attirano più di prima. Secondo l’82,4% la clientela è molto o abbastanza interessata ai prodotti Esg, il 76,9% nota una maggiore attenzione rispetto al periodo pre Covid-19 e il 68,3% li propone con più frequenza. Il “green” però deve essere autentico e verificato. Gli italiani temono infatti il green washing: per l’84,6% servono regole condivise a livello europeo e strumenti come l’adozione di marchi (ad esempio un bollino) con cui gli investitori possano identificare i prodotti finanziari green. L’80,8%, inoltre, introdurrebbe penalizzazioni per le aziende o i fondi di investimento che non rispettano le finalità ambientali e sociali indicate, dando anche la possibilità agli investitori di recedere subito dall’investimento. Anche per i consulenti finanziari occorre uno scatto in avanti in termini di autenticità e verificabilità, creando a livello europeo un sistema di regole chiare con cui identificare i prodotti Esg (49,6%), attivando parametri (indici, dati) con cui misurare il rispetto delle finalità ambientali, sociali e di governance da parte dei destinatari dei fondi (42,9%), aumentando la trasparenza nelle informazioni e nei regolamenti (26,9%). Oggi per la maggioranza degli italiani investire in modo responsabile significa soprattutto tutelare l’ambiente. Secondo il rapporto per il 52,1% (il 62,9% tra i più ricchi) il criterio ambientale si conferma come il più importante, mentre solo il 26,2% indica il sociale e il 21,7% la governance. Ancora più netta è la prospettiva dei consulenti finanziari: per il 90,7% l’ambito Esg più attrattivo per la clientela è quello ambientale (fermo al 6,3% l’ambito sociale e al 3% la governance). Avvicinare gli investitori a una idea di sostenibilità che integri ambiente, sociale e governance è la sfida che la finanza deve vincere per contribuire all’evoluzione sostenibile della società italiana. Come ampliare la diffusione dei prodotti Esg tra gli investitori? L’81,2% degli italiani (l’85,1% tra i benestanti, l’85,3% tra i laureati) è favorevole all’introduzione di agevolazioni e incentivi. Per il 72,5% è strategico il ruolo della consulenza finanziaria nel promuovere gli investimenti Esg (il dato sale all’84,8% tra i benestanti e al 76,9% tra i laureati). Per il 75,7% dei consulenti finanziari, infine, serve una formazione ad hoc sugli investimenti Esg per presentarli al meglio alla clientela.