Giovedì 29 luglio 2021 - 13:16
Combattere il covid con un tessuto a base di grafene
Dall'Abruzzo il primo tessuto meltblown riciclabile e sostenibile

Hygraner si differenzia in questo modo dai competitors, che hanno invece puntato su tecniche di deposizione post tessitura, riducendo i costi e le difficoltà ad essa legate, ed abbassando la persistenza del nano-materiale nel tempo. I metodi con cui vengono prodotti i diversi tipi di grafene sono del tipo bottom-up e top-down. Il grafene utilizzato per la produzione dei tessuti in microfibra viene da ambo i processi e può anche derivare da un metodo totalmente green coperto da brevetto. Il tessuto di microfibra di grafene è in grado di bloccare i virus (di sars cov-2) in entrata e riesce, già al primo contatto, ad annientarli in parte; mentre circa il 70-80% dei virus cessa ogni tipo di attività dopo appena soli 30′, circa l’85-90% dopo due ore. L’efficienza è correlata alla percentuale di grafene utilizzata. Una mascherina o un qualsiasi altro dispositivo di protezione (camice, guanto, copricapo, etc ) realizzati dalla combinazione di questo tessuto di grafene con altri tessuti in microfibra privi di grafene, garantiscono una efficienza di filtrazione dei batteri >98% ed una filtrazione delle particelle > 98%, ma soprattutto una maggiore respirabilità a parità di grammatura.
Nel caso specifico delle mascherine, i tessuti in microfibra di grafene con diverse grammature e porosità, consentono di realizzare mascherine di tipo chirurgico IIR, FFP2 e FFP3, offrendo una maggiore respirabilità, rispetto a quelle presenti sul mercato a parità di PFE e BFE. Questo è dovuto alle caratteristiche dei materiali conduttivi elettricamente, come appunto il grafene, presenti in un compound termoplastico. Tale parametro è ovviamente correlato alla temperatura raggiunta dal tessuto.