Eni: progetto Ravenna importante contributo a transizione

"Ha una valenza di natura esclusivamente ambientale"

LUG 16, 2021 -

Eni Roma, 16 lug. (askanews) – Il progetto cattura e stoccaggio dellea CO2 di Ravenna è un contributo importante alla transizione energetica. Lo afferma Eni in una nota in risposta “alle numerose informazioni errate e fuorvianti riportate in questi giorni da alcuni organi di informazione”. “Il progetto – spiega la società in una nota – è in grado, da subito, di contribuire ad abbattere significativamente le emissioni del perimetro Eni, come per esempio la produzione di energia elettrica da centrali a gas, e quelle di altri settori industriali con emissioni tecnologicamente difficili da ridurre (cosiddetti hard to abate, come siderurgia, chimica, cementifici, industria della carta e del vetro, eccetera), per i quali a oggi, e nel breve e medio termine, non esistono soluzioni efficaci ed efficienti. Questi settori concorrono in maniera significativa alle emissioni complessive in atmosfera: in particolare in Italia, nel 2019, le emissioni di CO2 dei settori hard to abate sono state pari a circa 67 milioni di tonnellate su un complessivo nazionale di 340 milioni, ovvero il 20% del totale ed il 42% del solo settore industriale, responsabile dell’emissione di 158 milioni di tonnellate di CO2 (dato ISPRA 2021). Il progetto Eni di Ravenna prevede di estendere le attività di stoccaggio a supporto dell’industria del nostro paese con una capacità iniziale di riduzione di Co2 pari a 4 milioni di tonnellate all’anno di anidride carbonica, fornendo in questo modo uno dei più importanti contributi alle riduzioni di emissioni che l’Italia può attuare già a partire dal 2026. Occorre intervenire immediatamente per contrastare le emissioni dei settori hard to abate per evitare di rilasciare in atmosfera quantitativi ingenti di CO2 che comprometterebbero il raggiungimento degli obiettivi di lotta al cambiamento climatico fissati nella Cop21 di Parigi. Il progetto di Ravenna ha una valenza esclusivamente di natura ambientale”. “Il processo di cattura e stoccaggio della CO2 è sicuro e maturo dal punto di vista tecnico – prosegue Eni -, e basato su tecnologie consolidate: esso infatti si basa sull’esperienza acquisita con l’attività di stoccaggio del gas naturale a partire dal 1915 (in Italia dai primi anni ’60), e la cui applicabilità è dimostrata da impianti in attività da decenni. La CO2 è un gas intrinsecamente sicuro, non è infiammabile, non è esplosiva né velenosa. Nell’ambito delle attività legate a progetti di cattura e stoccaggio realizzati non si è mai verificata, nel corso dei decenni passati, alcuna perdita dai siti operativi, in analogia con il settore dello stoccaggio di gas naturale. Basti pensare all’impianto di Sleipner in Norvegia di cui Eni è partner, che dal 1996 ha stoccato circa 16 milioni tonnellate di anidride carbonica in completa sicurezza. Nel caso specifico dei giacimenti esauriti, l’esistenza del giacimento stesso è la prova che la formazione geologica è in grado di accogliere per un tempo indefinito un certo volume di gas in pressione senza rischio di fuoriuscite. La realizzazione del progetto, inoltre, avverrà senza l’occupazione di nuovo suolo grazie alla possibilità di riutilizzare una parte delle infrastrutture non più produttive nella zona, riducendo anche i costi e i tempi di realizzazione”. (segue)