Federalimentare: sostenibilità è ambientale ma anche economica

Dialogo su sistemi alimentari B20-G20-Fao

GIU 17, 2021 -

Agroalimentare Roma, 17 giu. (askanews) – “L’accessibilità di quante più persone possibili al cibo e la sua provenienza da filiere sane e sostenibili è la sfida globale a cui anche il nostro settore deve far fronte nei prossimi anni. Ebbene, in qualità di rappresentante dell’industria del food & beverage oggi sono qui per proporre il nostro modello alimentare, erede della dieta mediterranea, come uno dei modelli di produzione e consumo sostenibile, in grado di assicurare approvvigionamenti di materie prime di qualità e in quantità sufficiente, nel rispetto dell’ambiente e rafforzando la competitività dei sistemi agroalimentari”: così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare ha parlato oggi al Dialogo B20-G20-FAO sui sistemi alimentari sostenibili. L’iniziativa è co-organizzata dal B20 Italia, l’engagement group del G20 espressione del mondo delle imprese, dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dalla Presidenza italiana del G20 con l’obiettivo di fare focus sui temi legati all’alimentazione, alla nutrizione e alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei sistemi alimentari in vista del Pre-Summit dei Sistemi Alimentari delle Nazioni Unite in programma a Roma il 26-28 luglio 2021. “Se proponiamo il nostro modello alimentare, con le sue eccellenze riconosciute nel mondo e tutto il know how delle imprese, come uno di quelli da seguire e a cui tendere è perché siamo sicuri possa rispondere a tutte le grandi domande che oggi sono poste e che riguardano principalmente la sicurezza e la sostenibilità dei sistemi alimentari – ha spiegato Vacondio – Il nostro è un modello sostenibile dal punto di vista ambientale: in Italia, negli ultimi 30 anni, attraverso l’ottimizzazione dei processi produttivi, sono stati fatti enormi progressi in termini di sostenibilità ambientale, come una significativa riduzione dei consumi di acqua ed energia e delle emissioni di gas serra, la minimizzazione della produzione di rifiuti, il riciclo degli imballaggi, un packaging design sempre più ecosostenibile, la valorizzazione delle materie prime agricole e la promozione dell’utilizzo di energie rinnovabili”. Federalimentare ha sottolineato come il food system italiano sia un modello di sostenibilità anche a livello sociale perché, attraverso le sue filiere, garantisce occupazione, innovazione e attenzione al territorio. Infine, ma non meno importante, è un modello di sostenibilità economica perché garantisce la competitività dei sistemi agroalimentari. In Italia, l’industria alimentare è il secondo settore manifatturiero e ha la filiera agroalimentare più importante nel paese, con il 25% del PIL nazionale e coinvolgendo circa 2 milioni di aziende. Inoltre, sostiene la filiera, in particolare la produzione agricola nazionale, acquistando e trasformando il 72% delle materie prime nazionali prodotte dal settore primario. È un riferimento per le economie locali, essendo caratterizzata da un gran numero di PMI, ampiamente distribuite su tutto il territorio. “Le notizie degli ultimi giorni, poi – ha aggiunto Vacondio – ci portano a guardare all’estero con nuovo slancio: la tregua sui dazi è un segnale forte oltre che per il valore economico (i dazi USA per i prodotti alimentari italiani valgono 500 milioni di euro) anche per il valore simbolico perché ci indica come sia giusto procedere e cioè senza protezionismi, con rapporti di libero scambio per competere sui mercati mondiali e al tempo stesso assicurare approvvigionamenti sostenibili per quante più persone possibili”. “Per questo – ha concluso il presidente di Federalimentare – ribadiamo in una sede così importante per il prossimo futuro la necessità che le peculiarità che hanno fatto grande la nostra dieta nel mondo non vengano messe in discussione. Abbiamo assicurato gli approvvigionamenti durante la pandemia, retto la scure dei dazi e ora che finalmente il nostro food & beverage può finalmente tornare ad essere grande, non possiamo arrenderci di fronte a un sistema che vuole classificare i cibi in buoni e cattivi con semplici bollini e omologare le diete, mettendo a rischio le nostre eccellenze, simbolo di sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.