Ismea: Banca Terre Agricole, in vendita 16.000 ettari

Al via quarto lotto del progetto, Patuanelli: agricoltura è cultura

GIU 9, 2021 -

Agricoltura Roma, 9 giu. (askanews) – Al via il quarto lotto della Banca nazionale delle Terre Agricole, che punta a reimmettere nel circuito agricolo 624 terreni per altrettante potenziali aziende, per un totale di oltre 16mila ettari in vendita: il ricavato dell’operazione per legge è destinato a sostenere nuovi interventi a favore dei giovani agricoltori. Si tratta di 26 ettari per azienda rispetto a una media nazionale di 8 ettari. A presentare il progetto il presidente di Ismea, Enrico Corali e il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli. Il 74% dei terreni è situato nel Sud Italia, il 17% al Centro e soprattutto in Toscana e il restante 9% nelle regioni del Nord. La Banca nazionale delle terre agricole è alimenta con terreni agricoli derivanti dalle operazioni fondiarie realizzate da Ismea. Nata nel 2016, Banca nazionale delle Terre Agricole è finalizzata a rimettere in circolo capitali e investimenti sul bene terra, segnando un punto fondamentale nella ricomposizione fondiaria e nella lotta all’abbandono dei terreni agricoli a beneficio della competitività dell’intero sistema agricolo italiano. Il primo lotto, lanciato nel 2017, ha visto tornare nel circuito agricolo 51 terreni per un totale di 24 milioni di euro e ogni anno l’iniziativa ha avuto performance in crescita. “Abbiamo un dovere da perseguire, che è quello di restituire la terra e rimmettere i terreni nel circolo produttivo – ha detto Maria Chiara Zaganelli, direttore generale Ismea – Non possiamo abbandonare le terre e lasciarle improduttive”. Il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ha sottolineato come in Itaia l’agricoltura non sia “solo produzione di beni primari ma cultura, territorio, distintività: il lavoro agricolo ti porta a contatto con le tue radici”. Patuanelli ha anche sottolineato che, nonostante le dimensioni medie delle aziende agricole italiane, che sono piccole rispetto alla media di altre nazioni come la Francia, “non vuol dire che piccola sia anche la capacità di creare ricchezza. Per questo stiamo lavorando sui contratti di filiera”. Banca nazionale terre agricole, ha voluto sottolineare il ministro, “da una opportunità che nasce con l’acquisto della terra, ma poi ha tante gambe per svilupparsi. Credo nell’innovazione del settore primario perché è il modo di avvicinare i giovani alla produzione agricola, quindi partiamo dai terreni rimessi nel circuito ma assicurando ai giovani imprenditori che ci saranno strumenti per sviluppare la propria azienda”.