I 4 possibili rischi nell’Internet of Things trovati dall’Ue

Pubblicato rapporto preliminare, ora consultazione pubblica

GIU 9, 2021 -

Ue Roma, 9 giu. (askanews) – La Commissione europea ha individuato quattro capitoli potenzialmente problematici sull’uso e il mercato dei dispositivi smart connessi alla rete e a servizi di riconoscimento vocale, mediante l’Internet degli oggetti (IoT). Il primo capitolo, secondo un rapporto preliminare presentato oggi, riguarda pratiche di esclusività e di vendita abbinata in relazione agli assistenti vocali, assieme a pratiche che limitano la possibilità di utilizzare assistenti vocali diversi sullo stesso dispositivo intelligente. Secondo, la relazione espone una serie di possibili problemi in merito alla funzione di assistenti vocali e dei sistemi operativi per dispositivi intelligenti come intermediari tra gli utenti, da un lato, e dispositivi intelligenti o i servizi di Internet degli oggetti di consumo dall’altro. Questa funzione, combinata con il loro ruolo chiave nella produzione e raccolta dei dati, consentirebbe loro di controllare i rapporti con gli utenti. Preoccupazioni, si legge, sono state espresse anche in merito alla reperibilità e visibilità dei loro servizi di Internet degli oggetti di consumo. Terzo, i fornitori di sistemi operativi per dispositivi intelligenti e di assistenza vocale sembrano avere un ampio accesso ai dati, comprese le informazioni sulle interazioni degli utenti con i dispositivi intelligenti di terzi e i servizi di Internet degli oggetti di consumo. I partecipanti all’indagine settoriale ritengono che l’accesso e l’accumulo di grandi quantità di dati non solo offrirebbero ai fornitori di assistenza vocale vantaggi in relazione al miglioramento e alla posizione di mercato dei loro assistenti vocali generici, ma consentirebbero loro anche di penetrare più agevolmente nei mercati contigui. Quarto, secondo i partecipanti all’indagine la prevalenza della tecnologia proprietaria, di pari passo con la frammentazione tecnologica e la mancanza di norme comuni, solleva preoccupazioni circa la mancanza di interoperabilità nel settore dell’Internet degli oggetti di consumo. In particolare, si ritiene che alcuni fornitori di assistenza vocale e sistemi operativi controllino unilateralmente i processi di interoperabilità e integrazione e siano in grado di limitare le funzionalità dei dispositivi intelligenti e dei servizi di Internet degli oggetti di consumo di terzi rispetto ai propri. “Emerge che le nostre preoccupazioni sono condivise da molti operatori del settore. Ed è necessaria una concorrenza leale per valorizzare al meglio il grande potenziale dell’Internet degli oggetti”, ha commentato la vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager. “Attendiamo con interesse di ricevere nei prossimi mesi ulteriori riscontri da parte di tutti i portatori di interessi”. La relazione preliminare, infatti, sarà ora oggetto di una consultazione pubblica per un periodo di dodici settimane, fino al primo settembre 2020. Tutti i portatori di interessi potranno formulare osservazioni, presentare ulteriori informazioni o sollevare altre questioni che destano preoccupazione. La Commissione intende pubblicare la relazione finale nel primo trimestre del 2022.