Cerved: rischio disoccupazione post-Covid al 17% a fine anno

Pesanti conseguenze nel Sud e in alcune aree turistiche del Nord

APR 19, 2021 -

Milano, 19 apr. (askanews) – Rischio disoccupazione post-Covid al 17%, con pesanti conseguenze sociali soprattutto nel Sud e in alcune aree turistiche del Nord, più colpite dalla pandemia. E’ quanto emerge dal Rapporto Italia Sostenibile 2021 elaborato da Cerved che ha valutato gli effetti dell’emergenza sanitaria su occupazione e investimenti delle imprese al 2021.

Si stima una perdita di posti di lavoro che, in caso di ritardi nelle campagne vaccinali e di spesa dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, potrebbe arrivare fino a 1,9 milioni di lavoratori, con il tasso di disoccupazione che balzerebbe dal 10% al 17% entro la fine del 2021. Le province con maggiori perdite di lavoro sarebbero quelle turistiche e con una maggiore presenza di settori colpiti dal rallentamento del commercio internazionale. Il tasso di disoccupazione potrebbe raggiungere il 20% a Rimini, il 18% a Prato, il 15% a Venezia, Firenze, Aosta, Livorno, Milano.

Gli impatti sociali sarebbero ovunque consistenti, con differenze territoriali non trascurabili. A soffrire sarebbero soprattutto province del Mezzogiorno come Messina, Trapani, Vibo Valentia, Catanzaro, Sud Sardegna e Agrigento, già caratterizzate da indici di sostenibilità sociale molto bassi e con impatti sull’occupazione maggiori della media, ma anche zone turistiche e commerciali del Nord come Rimini, Aosta, Livorno, dove si stimano le peggiori perdite a livello nazionale.

Gli effetti della pandemia sulla disoccupazione potrebbero essere particolarmente gravi per la condizione giovanile nelle aree in cui si osserva già un elevato numero di ragazzi che non studiano e non lavorano (NEET), come Messina, Trapani, Sassari.