Luiss, lectio magistralis su futuro etica e diritto alla felicità

La Fondazione Guido Carli con Gianni Letta e Brunello Cucinelli

MAR 5, 2021 -

Roma, 5 mar. (askanews) – Un nuovo comma da inserire nella Costituzione, il diritto alla felicità, e un dialogo straordinario a due voci sul futuro dell’etica. Sono questi gli spunti e le proposte oggetto della Lectio Magistralis sul Futuro dell’Etica, organizzata dalla Fondazione Guido Carli, che si è tenuta oggi nell’Aula Magna “Mario Arcelli” dell’Università Luiss, con due protagonisti d’eccezione: Gianni Letta, presidente onorario della Fondazione e Brunello Cucinelli, imprenditore illuminato, che ha saputo dar vita a una forma esemplare di capitalismo umanistico.

Il progetto, nato da un’idea della Presidente della Fondazione e nipote dello stesso Guido Carli, Romana Liuzzo, mira a introdurre nell’articolo 3 della Costituzione italiana, che sancisce il principio di uguaglianza, un comma finale interamente dedicato alla felicità come diritto da riconoscere sul modello americano della Dichiarazione d’Indipendenza, ma che non ha ancora trovato spazio nella legislazione al di qua dell’Atlantico.

“Negli Stati Uniti – ha detto la Liuzzo -, già dal 1776, un emendamento della dichiarazione concede piena cittadinanza alla più naturale aspirazione dell’essere umano: la felicità. L’articolo 3 – che scolpisce nel nostro ordinamento il principio di uguaglianza – potrebbe concludersi con un comma in cui questo diritto trovi finalmente la sua legittimazione. La felicità, tuttavia, si raggiunge non in forza di una norma, ma in relazione alla dimensione economica e sociale di tutti. Come ci ha ricordato Papa Francesco, occorre superare la ‘cultura dello scarto’. L’economia rende un servizio al bene comune se rimane legata all’etica”.

La lectio è stata preceduta dall’intervento di Vincenzo Boccia, Presidente della Luiss: “L’Università è il luogo dal quale partire per costruire il futuro di una società aperta, connessa e responsabile nella quale le Istituzioni assicurino il funzionamento di un sistema orientato alla cooperazione e alla crescita. Il mondo della formazione e del lavoro devono sapere valorizzare i talenti e le aspirazioni delle nuove generazioni, creando le opportune condizioni e fornendo gli adeguati strumenti per guidare la trasformazione delle nostre società. Sta a noi definire uno spazio condiviso di valori e obiettivi, un’etica della responsabilità per consentire a ciascuno di esercitare il proprio diritto alla felicità”.

“Romana Liuzzo prosegue quella lezione che suo nonno Guido Carli ha dato in vita, ma che continua a restituire con un’attualità sconcertante e ogni volta sorprendente anche oggi a noi. Il diritto alla felicità, con l’etica in sottofondo, che il Presidente Boccia ha fatto bene a richiamare – ha spiegato Letta -. E’ importante l’identificazione della felicità con il bene comune, quell’interesse collettivo che, secondo Tommaso D’Aquino, è una felicità pensata e vissuta non come stato emotivo ma come riflesso spirituale e psicologico del voler bene e del far bene. Felicità è intesa non solo come desiderio per sé stessi ma come felicità sociale: il presupposto dell’armonica convivenza di una comunità, il substrato di un’etica di lavoro. Sembra retorica o pura teoria, ma non lo è.»

“L’essere umano ha bisogno di nutrirsi di grandi ideali, di valori, di fiducia, di tornare a credere nella speranza invece che nella paura, in un anno così speciale. Non ci può essere vita senza speranza: abbiamo bisogno di tornare ad investire nella spiritualità – ha aggiunto Cucinelli -. Viviamo nel miglior momento dell’umanità: perché non ritorniamo ad essere orgogliosi? Mi piacerebbe se, insieme, ridiscutessimo i valori della nostra Italia, su come possiamo ricostruire i nostri valori, perché abbiamo bisogno di rispetto, dignità e di tornare a credere nello Stato. Per questo – anche per cultura – più che l’espressione ‘diritto alla felicità’, come fosse un diritto che domani qualcuno ti può garantire, parlerei di “ricerca della felicità, dell’aspirazione alla felicità”.

A conclusione, l’intervento della vice presidente dell’ateneo, Paola Severino: “la pandemia ha messo l’umanità di fronte ai suoi limiti, evidenziando le fragilità individuali e dell’intera società ma svelando anche le capacità di reazione e le opportunità che possiamo cogliere. In un momento così difficile e complicato è necessario ripartire dalla complessità del reale e capire cosa ci ha condotto fino a qui per riprogrammare il futuro prossimo e quello delle generazioni che verranno. Ricostruire la fiducia richiede tempo, impegnarsi a farlo è l’unica possibilità che abbiamo per dar vita a una profonda rinascita – politica, sociale e culturale – in grado di affrontare le grandi questioni globali”.